Missioni Consolata - Novembre 2015

MC ARTICOLI NOVEMBRE 2015 MC 15 # A sinistra : giovane donna prepara il caffè con la tipica caffettiera etiope. # Sopra : la vista dalla falesia di Arba Minch, il lago Abaya, le pendici del Ponte di Dio e la foresta tropicale. etiope. Molte strade del paese sono state rifatte dai cinesi, altre sono in corso d’opera. Le chiese La chiesa cattolica di rito latino è un’esigua minoranza. Lo 0,7% se- condo un censimento del 2008, mentre gli ortodossi sono il 45% e i protestanti il 17%. C’è poi circa il 35% di musulmani. «Le relazioni tra le chiese orto- dossa e cattolica a livello ufficiale sono buone» ci racconta fratel Do- menico Brusa, missionario della Consolata, in Etiopia da 30 anni, che raggiungiamo telefonica- mente. «A livello di sacerdoti pure, anche se una parte del clero è più conservatore. E anche tra la popolazione». «La diversità di rito talvolta è pro- blematica. Nel rito ortodosso ci sono oltre 100 giorni di digiuno al- l’anno. E lo deve fare tutto il po- polo. In una società sempre più veloce diventa difficile da rispet- tare. Il rito orientale è bello, dialo- gato, partecipato, ma più adatto a una società senza orari». Fratel Domenico ha potuto assistere a grandi cambiamenti sociali: «Il paese sta cambiando rapida- mente, anche perché prima era fermo. Oltre alle costruzioni, an- che in campagna si diffondono le macchine e la coltivazione in serra. Grandi terreni vengono venduti (si riferisce al land grabbing , si veda MC maggio 2015, ndr ). Anche la popolazione cambia». Per cui, ri- corda fratel Domenico: «Il consu- mismo si espande e i giovani si orientano diversamente». E suggerisce: «Occorre dare più contenuto, altrimenti c’è il rischio che il rito resti un contenitore vuoto». Fratel Domenico, dopo aver girato tutte le missioni della Consolata del paese, lavora at- tualmente in quella di Gambo, dove è responsabile della fattoria che alimenta l’ospedale gestito dai missionari. L asciamo la città delle quaranta sorgenti. Prendiamo l’aereo, un turbo elica Bombardier Q400 che ci riporterà ad Addis Abeba. Godiamo ancora del caldo e della gentilezza degli etiopi di questa regione. In capitale è sta- gione delle piogge e, complice l’al- titudine (2.400 metri) le tempera- ture sono più rigide. Una militare donna, statunitense, uscita dalla base dei droni Usa, controlla scru- polosamente, a vista, le valigie dei viaggiatori. Marco Bello N OTE : (1) Banca Mondiale, www.worldbank.org . (2) Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo www.oecd.org . (3) L’Éthiopie élue «meilleure destina- tion au monde» par les professionnels du tourisme , Sabrina Myre, Jeune Afri- que , 9 luglio 2015. (4) Ethiopia’s elections are just an exer- cise in controlled political participation , Jason Mosley, The Guardian , 22 mag- gio 2015. (5) Rapporti di Human Rights Watch e Amnesty International, 2015. N ELL ’ ARCHIVIO MC: Chiara Giovetti, La missione nell’Etiopia di ieri e di oggi , agosto-setembre 2013 e Etiopia, Gambo: agricoltura e sanità , novembre 2011. A. Vascon e N. Di Paolo, Caleido- scopio africano , aprile 2011. © Marco Bello

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=