Missioni Consolata - Ottobre 2015

LaParola che supera le tradizioni di Antonio Magnante lare» siano verbi di rivelazione. Nella maggior parte dei casi, il loro oggetto è la stessa per- sona di Gesù, il quale non in- tende spiegare la Legge, tanto meno rivelarne i risvolti scono- sciuti. Un’altra annotazione di rilievo è che nel quarto Van- gelo Gesù insegna esclusiva- mente nel tempio (Gv 7,14-35; 8,20.28) o nella sinagoga. Gesù sceglie il tempio perché pro- prio in esso gli scribi si radu- nano per discutere le proble- matiche della Legge. Quando al capitolo 7,14 l’evangelista dice che Gesù sale al tempio, molto probabilmente intende dire che Gesù si pone sullo stesso piano degli scribi, e come loro impartisce il suo in- segnamento. UN’IMPRESA DIFFICILE La reazione alla Parola di Gesù è violenta. Le autorità non ac- cettano la sua dottrina, la riten- gono fuorviante. Per loro Gesù è un falso profeta e addirittura ma rifiuta, a differenza loro, di considerarla come una realtà assoluta. Per lui anche la Legge deve essere al servizio della sua missione di inviato del Pa- dre: con la sua venuta la Legge perde centralità. Il nuovo cen- tro della rivelazione è Gesù stesso. Mentre i rabbini del suo tempo insegnano che la Legge va studiata e osservata, Gesù insegna che va ascoltata e os- servata la sua Parola, quale rea- lizzazione della Legge. D’ora in poi l’accesso alla volontà del Padre si ottiene non con la Legge, ma con la Parola di Gesù. Egli cambia la funzione della Legge e la sostituisce con la sua persona. Nel Vangelo di Giovanni l’inse- gnamento di Gesù è menzio- nato nel contesto della festa dei Tabernacoli (Gv 7-8) e con- siste fondamentalmente in una autorivelazione. Mentre Gesù rivela se stesso, rivela il Padre. Non vi è dubbio che in questo Vangelo «insegnare» e «par- D opo Nicodemo e la Sa- maritana, parliamo ora delle autorità giudaiche e della loro reazione all’inse- gnamento di Gesù, sempre se- condo il Vangelo di Giovanni. LA LEGGE AL SERVIZIO DEL SALVATORE Nel Giudaismo l’insegnamento era intimamente connesso alla Legge, che si riteneva dettata direttamente da Dio. I maestri di Israele avevano il solo com- pito di far conoscere quanto Dio stesso aveva rivelato a Mosè allo scopo di favorire le relazioni tra gli individui e Dio e tra i singoli e il loro prossimo. Nella comunità di Qumran, che viveva nei pressi del Mar Morto, il maestro di giustizia aveva il compito di svelare le cose nascoste nella Legge. Di conseguenza egli era total- mente al suo servizio. Anche Gesù come i farisei e i rabbini vede nella Legge la ri- velazione della volontà di Dio, 72 amico OTTOBRE 2015 Bibbia on the road purolipan/Flickr.com Gesù propone una revisione cristologica della cultura e delle tradizioni dei singoli e di ciascun popolo. Il contrasto con le autorità religiose del suo tempo mostra tutta la difficoltà di accogliere la nuova prospettiva.

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