Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

Libertà Religiosa che solo attraverso la lettura dei suoi scritti e un legame interiore alla sua figura. Le pratiche fonda- mentali nelle organizzazioni tra- dizionali, il rito della ripetizione del nome di Dio ( zikr ) e la danza sacra ( semâ‘ ), sono sostituite da altre formule più comunitarie di espressione, come la diffusione stessa del pensiero del maestro. Il gruppo che oggi è certamente più conosciuto in Turchia è quello che si richiama alla figura di Fethüllah Gülen (nato nel matura delle sicurezze umane e di tuffarsi nel mare della divi- nità». Il domenicano Ambrosio non manca di esprimere più volte, nel corso degli otto capitoli, i dubbi che negli anni gli sono sorti, o gli sono stati posti da al- tri, circa la liceità, o anche solo l’utilità, di spendere la sua vita di sacerdote cristiano nello stu- dio del misticismo musulmano. La risposta a tali dubbi viene da sé, viene dalla lettura di questo e altri testi che sono nutrimento per il dialogo interreligioso, e viene anche dai molti legami, le molte analogie, che lo studioso mette in luce tra il misticismo sufi e il Vangelo: «Quando noto come la spiritualità cristiana si possa al- leare a quella musulmana, mi sembra di essere più com- pleto, di essere più forte. Forse è per questo che studio, osservo, contemplo e talvolta mi nutro della spiritualità dei miei amici (sufi, ndr ), in uno spirito di solidarietà e di comunione naturale. [...] Il Cristo per me segna la rotta; ma tutto (e dico proprio tutto) può diventare barca, remo, vento... soffio dello spirito che mi sospinge verso Lui, perché so che in ultima analisi, è Lui che mi cerca». Luca Lorusso DANZA COI SUFI I l libro di Alberto Fabio Ambrosio, Danza coi sufi. In- contro con l’Islam mistico , (San Paolo, Milano 2013, pp. 165, € 9,90) è il racconto di un incontro personale, quello dell’autore domenicano - uno dei maggiori stu- diosi cristiani dell’Islam mistico - con il sufismo: appas- sionato già di mistica cristiana, scopre che anche la reli- gione del Profeta ha una sua ricca storia di misticismo. Ma è soprattutto il racconto dell’evoluzione di questa particolare via della spiritualità islamica, concentrato in particolar modo sui primi secoli, le prime figure di grandi mistici, i primi ordini sufi: a partire da Maometto (m. 632), considerato «il proto- tipo dei Sufi», passando per Hasan al-Basri (m. 728), Rabi’a al-’Adawiyya (m. 801), Ha- rith al-Muhasibi (m. 857), fino ai grandi maestri del XIII secolo, Ibn ‘Arabi (m. 1240) e Mawlana Rumi (m. 1273), que- st’ultimo fondatore dell’ordine dei Mev- levi, più conosciuti come Dervisci dan- zanti. «I l sufismo, potremmo dire, è il lato simpatico di un Islam che ri- schia sempre di fare paura. I mi- stici non fanno paura a nessuno, forse a torto, perché sono i più rivoluzionari di tutti; coloro che cercano di togliersi l’ar- Carsten ten Brink/Flickr.com Alyssa Bernstein/Flickr.com Quinn Dombrowski/Flickr.com sono due delle figure del mistici- smo più autentico dell’Islam, e i loro scritti, così come il loro pen- siero, sono penetrati nel tessuto del popolo turco. È questa mi- stica, profonda e anche tolle- rante, che ha segnato il carattere spirituale dei Turchi, un aspetto del sufismo in Turchia ancora poco studiato, che è probabil- mente un’eredità della storia ottomana e una peculiarità dell’Islam in questo paese. Si potrebbe analizzare in modo sintetico il sufismo turco te- nendo conto di tre elementi che lo caratterizzano. Il primo ele- mento è certamente costituito dal pensiero e dagli scritti dei grandi sufi. Il secondo elemento è rappresentato dal patrimonio che la tradizione delle confrater- nite sufi ha consegnato alla sto- ria presente della Turchia. Infine, il terzo elemento è una certa li- # In questa pagina in senso antiorario : Dervisci danzanti nella moschea As Sayyidah Zaynab, Il Cairo, in Egitto. | Donne sufi in pellegrinaggio alla tomba di Hamed al-Nil, Sudan. | Un membro dell’ordine Mavlevi col co- pricapo tradizionale. | Un fedele sufi al santuario di Hazrat Baba Bulleh Shah, nel Punjab, Pakistan. 1941) che, grazie alla fedeltà di tanti simpatizzanti, ha potuto co- stituire una vera e propria comu- nità spirituale, diffusa sia in Tur- chia che all’esterno del paese. Altre organizzazioni, anche di donne, s’ispirano all’antica strut- tura delle confraternite sufi che avevano influenzato la religiosità dell’Impero ottomano. Si po- trebbe dire ancora che, come nell’ambito della vita religiosa cristiana il modello del monaco rimane essenziale, così per il su- fismo turco, il modello della ta- rikat permane fondamentale. Nel tessuto del popolo turco Al di là delle caratteristiche spe- cifiche dei singoli gruppi, quello che è degno di nota è la grande impronta che lo spirito del sufi- smo ha impresso nella religiosità turca. Jelâl ed-Dîn Rûmî (m. 1273), Yûnus Emre (m. 1320)

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