Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

58 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2015 CONGO RD sentire che non sarò qui per sem- pre, e che quando me ne andrò continuerà tutto senza di me, che non sono essenziale. Mi consola il fatto che la mia non è mai stata un’esperienza del fare, quanto piuttosto dell’essere. Padre Tarcisio, per motivi di sa- lute, da Kinshasa deve rientrare in Italia. Vi chiedo di ricordarlo nelle preghiere, è una grande persona e qua tutti ne sentiamo la mancanza. 26 Maggio 2015 Ora capisco quando mi dicevano che «l’inizio della stagione delle piogge è il periodo della malaria». Le pediatrie sono piene di bam- bini ricoverati che purtroppo spesso vengono portati troppo tardi. È incredibile come, anche dopo diversi mesi, ogni giorno continuo a stupirmi di questa realtà. Ciò che amo dell’essere all’equatore contro il tempo, tra la vita e la morte del figlio. Qui, i donatori vengono pagati. Questo significa che, se non hai i soldi, stai senza trasfusione e muori. Negli ospe- dali non c’è una banca del san- gue, anche per le difficoltà di con- servazione, per cui, se hai un’ur- genza, prima di tutto devi trovare il donatore, e poi trovare i soldi per pagarlo. «Cosa non abbiamo visto…». 18 Maggio 2015 Al centro è arrivato un piccoletto di due anni. È accompagnato dalla zia perché ha perso la mamma quando aveva meno di un anno. Questo dolore lo ha se- gnato: rifiuta di parlare, annuisce soltanto, e inoltre non gioca con nessun bambino. È veramente una pena vederlo così. Con i bambini del quartiere ho or- ganizzato una serata con balli in- torno al fuoco. C’è da dire che qui in «città», rispetto ai villaggi di Makpulu, non sono abituati a farlo, quindi siamo finiti per ripe- tere sempre gli stessi 5-6 canti a ripetizione. Comunque ci siamo divertiti un sacco, e mi hanno chiesto se possiamo farlo ancora. Sta per iniziare l’ultimo periodo di questa esperienza. Dopo tutto questo tempo è difficile im- maginare di partire. Incomin- cio a è che qualche volta, la sera, quando guardo il cielo, vedo la luna che mi sorride. Sono esemplari i sacrifici che al- cuni studenti fanno per pagarsi gli studi universitari. Thérese, una donna che sta studiando medi- cina, ci da una mano nell’orto in cambio di un aiuto. Mi ha detto che i soldi ricevuti li consegna di- rettamente all’università. Quando finirà gli studi curerà di più la sua bellezza e i suoi vestiti. È un grande sacrifico per una donna di qua, perché l’esteriorità è molto importante. Sono storie difficili quelle di questi studenti, soprattutto se si pensa che, nel paese in cui vivono, non sanno se gli studi universitari che condu- cono con grandi sforzi daranno loro una vita migliore. 30 Maggio 2015 Lasciare Isiro non è stato sem- plice, eppure nemmeno difficile come pensavo. È stato bello salu- tare tutte le persone e scambiarci gli auguri di una buona vita. Nella sala d’attesa dell’aereo- porto di Isiro contemplo la mera- vigliosa foresta che riempie il pa- naroma oltre le vetrate. Padre Andrés che mi ha accom- pagnato, mi dice che per i missionari non ci sono viaggi di ritorno, ma

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