Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

56 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2015 Congo RD Testo e foto di TOMMASO DEGLI ANGELI 17 Aprile 2015 «Neisu» in lingua locale significa «cuore». In effetti, starci significa proprio vivere nel cuore della fo- resta, e della vita della gente. Durante la settimana trascorsa a Neisu mi sono dato all’esplora- zione, visitando i diversi quartieri e soprattutto fermandomi a co- noscere la gente. Una bambina di 7 anni si è pre- sentata alla missione per chie- dere aiuto per sé e per i suoi fra- tellini: i loro genitori sono partiti da più di un anno, dicendo che sarebbero andati a una matanga (funerale), e li hanno lasciati a una nonna malata che non può sostenerli. La cosa che fa più te- nerezza, e pena, è l’attesa di quei bimbi che ancora sperano nel ri- torno dei genitori. Comunque ab- biamo contattato il capo del vil- laggio in modo che risolvesse la situazione e trovasse qualcuno a cui affidarli. È la stagione dei manghi: alberoni enormi gonfi di frutti. In missione ce ne sono troppi, ne mangiamo DIARIo DI un gIovAnE DA IsIRo / 4 «CI SONO SOLO VIAGGI DI ANDATA» due per pasto, e ancora sovrab- bondano. Credo che presto mi metterò a farne la marmellata. Per restare in tema di frutta, ho riscoperto l’avocado: se si prende la sua polpa e si mischia con miele o zucchero sembra mascar- pone. E se aggiungi un po’ di caffè ti ritrovi il tiramisù. Forse inco- mincio a essere in astinenza da cibo italiano. Ho assistito al giorno del grande mercato: una distesa dei più vari prodotti, alimentari e non. Ho vi- sto pure qualcuno che girava con un intero macaco morto per ven- derlo. Sono stato molto criticato perché facevo foto o video. Il pro- blema è che la gente pensa che noi «bianchi» facciamo foto per andare in Europa a dire che loro sono poveri per farci dare soldi. Questa cosa mi ha fatto riflettere. Effettivamente è vero: queste foto, per noi, mostrano la po- vertà, ma per la gente di questo villaggio è sbagliato e forse addi- rittura offensivo chiamare «po- vertà» la loro quotidianità. Anche prendersi la malaria fa parte dell’esperienza di mis- sione, così come veder morire chi non si può curare, oppure con- templare la luna che sorride nella notte. Ecco le ultime pagine del racconto di Tommaso della sua avventura «dell’essere, piuttosto che del fare», in Congo RD. Dopo nove mesi di Africa che lo «hanno cambiato», è tornato in Italia a inizio giugno.

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