Missioni Consolata - Luglio 2015

DOSSIER MC MINERALI pea di prendere in considerazione la posizione del Parlamento europeo per avviare una discussione approfondita e arrivare infine all’approvazione di una legge». Ora infatti toccherà ai singoli stati membri esprimere la loro posizione. In seguito si apriranno negoziati tra Commissione, Consiglio e Parlamento. «Sappiamo per esperienza - ag- giunge Emmanuelle Devuyst del Jesuit European Social Centre (i gesuiti sono stati molto attivi in questa campagna) - che il Consiglio dell’Unione europea (che rappresenta i governi degli stati membri) cercherà di depotenziare i risultati posi- tivi raggiunti in Parlamento. Dobbiamo convin- cere i nostri governi a rispettare le decisioni del- l’assise di Strasburgo». «Gli Stati membri europei - ha aggiunto però più ottimista Stefan Reinhold, coordinatore dei lavori di advocacy compiuti da Cisde (una rete di Ong cattoliche) - avranno ora la possibilità di soste- nere e rafforzare ulteriormente questa legisla- zione. Ci sono molti esempi provenienti da tutta Europa, come la legge Due Diligence in Francia o la Modern Slavery Act nel Regno Unito, che mo- strano una netta tendenza nel regolamentare me- glio le attività delle imprese, in modo da evitare il loro coinvolgimento in violazioni dei diritti umani e dare garanzie ai cittadini di non essere complici attraverso i propri acquisti». In Italia, piccoli passi In Italia, nel frattempo, è già stata avviata la discussione in merito. Il 24 febbraio 2015 la Com- missione industria, commercio, turismo e quella politiche dell’Unione europea del Senato hanno approvato una risoluzione nella quale si affer- mava che fosse «opportuno rafforzare l’adesione delle imprese europee al regime di auto certifica- zione della Due Diligence nella catena di approv- vigionamento dei minerali, prevedendone la obbli- gatorietà o, in subordine, prevedendo specifici meccanismi di incentivazione all’adesione volon- taria» e si aggiungeva «che l’accesso all’autocerti- ficazione di “impresa responsabile”, attualmente prevista solo per le imprese importatrici» fosse «esteso anche alle imprese che commercializzano prodotti finiti contenenti i minerali contemplati dalla proposta di regolamento». Questa risoluzione però è stata approvata sulla base del testo della Commissione europea oggi su- perato dal documento passato in Parlamento. Quindi è necessario che il Parlamento stimoli il governo a prendere atto delle novità e ad agire di conseguenza nelle sedi europee. «Il nostro Esecu- tivo - osserva Lia Quartapelle, deputata del Pd e membro della Commissione esteri della Camera - deve prendere atto della necessità, evidenziata dal testo approvato a Strasburgo, di rendere ob- bligatoria la certificazione. Allo stesso tempo, il governo deve far sì che le aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, possano ac- cedere ai fondi europei che permettano alle im- prese di far fronte ai maggiori costi che la traccia- bilità impone». Proprio Lia Quartapelle ha pre- sentato a giugno un’interpellanza urgente per chiedere conto al governo della posizione italiana in Europa su questo tema. La risposta è attesa per i primi di luglio. LUGLIO 2015 MC 49 Questo dossier E NRICO C ASALE : Giornalista, africanista, lavora alla Fondazione Magis (Ong dei Gesuiti italiani) e collabora con alcune te- state missionarie e Radio Vaticana. Casale è da anni collaboratore di MC sui temi africani. L E FOTO DI QUESTO DOSSIER : • In prima pagina : una donna mostra minerali di rame in Rdc. • In ultima pagina : minatori della Gecamines, nel Kolwezi, Rdc. Le foto del dossier sono gentilmente offerte da Fairphone, in regime di Creative commons , e da IRINnews. D OSSIER A CURA DI : Marco Bello, redazione MC. Fairphone

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