Missioni Consolata - Luglio 2015

C SIERRA LEONE 42 MC LUGLIO 2015 F orse i più giovani non sanno neppure chi sia. Ma per chi oggi ha tra i 45 e i 60 anni, Jean Bedel Bokassa, il folle dittatore che si incoronò imperatore del Centrafrica, è un ricordo vivo con il suo sfarzo esibito in una na- zione poverissima e la sua crudeltà nei confronti degli oppositori. Fu lui, tra l’altro, a far conoscere al mondo la ricchezza mineraria del suo paese. Lo fece, destando scandalo, quando regalò all’allora presidente della Repubblica francese, Valery Gi- scard d’Estaing, alcuni diamanti. Furono quelle pietre a costare la rielezione al Capo dello Stato transalpino e a spalancare le porte della presi- denza a François Mitterrand. Dopo la caduta di Bokassa nel 1979, si sono susse- guiti una serie di golpe che hanno gettato il paese in uno stato di instabilità continua, con ampie porzioni di territorio fuori dal controllo del potere centrale. Ciò ha fatto sì che le ingenti risorse mi- nerarie non potessero essere sfruttate in modo razionale e i loro proventi investiti nello sviluppo. Negli anni, neanche le multinazionali hanno inve- stito in Centrafrica, nonostante le grandi poten- zialità. Troppo poche le infrastrutture, troppi i ri- schi: estrarre lì comporterebbe costi troppo ele- vati. Così, gran parte della produzione di dia- manti (ma anche dell’oro che viene estratto in ab- bondanza) viene messa in commercio sul mercato nero e contrabbandata all’estero. La destinazione principale è il Ciad dove i trafficanti vendono le pietre alle grandi multinazionali che hanno i pro- pri uffici a Ndjamena, la capitale. Ancora una guerra La guerra civile scoppiata nel 2013 non ha modifi- cato questo sistema, ormai collaudato da anni (cfr. MC ottobre 2013 e luglio 2014). Anzi, se possi- bile, l’ha potenziato. Secondo alcune stime (per forza incomplete), dal dicembre 2013, quando è stato attivato l’embargo internazionale nei confronti del Centrafrica, sareb- bero 140mila i carati di diamanti, a es- sere stati contrabbandati fuori dal paese, con un valore pari a 24 milioni di dollari. Alcuni osservatori internazionali sostengono ad- dirittura che Séléka, il principale movimento ri- belle di matrice islamica, proveniente dalle pro- vince del Nord, sia stato finanziato da operatori del settore diamantifero proprio per destituire François Bozizé, allora al potere. Quest’ultimo aveva infatti siglato accordi con imprese minera- rie sudafricane per lo sfruttamento dei giaci- menti di diamanti. Non è un caso che proprio i soldati sudafricani abbiano difeso fino all’ultimo Bozizé (e che tredici di essi siano morti). Diamanti e guerriglia I proventi di questo traffico vengono utilizzati dalle milizie, sia i Séléka sia i loro avversari, chia- mati anti-Balaka, per acquistare armi, equipag- REPUBBLICA CENTRAFRICANA (RCA) PIETRE PREZIOSE ERELIGIONI DI E NRICO C ASALE In Rca dal 2013 si combatte una guerra a sfondo religioso. Ma il traffico dei diamanti e dell’oro ne sono una molla imprescindibile. Le milizie sedicenti cristiane e musulmane si fi- nanziano tramite il traffico illegale dei mine- rali. In gran parte estratti da bambini in condi- zioni deplorevoli. REPUBBLICA CENTRAFICANA

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