Missioni Consolata - Giugno 2015

una lettera per lasciare i tre figli, di cui una piccola, in orfanotrofio. Rimasto vedovo non ha modo di lavorare e di occuparsi di loro in maniera adeguata. Pensando alla cura e all’amore con cui seguiva la figlioletta, mi si è stretto il cuore. Dividersi dai propri figli per permettere loro di sopravvivere è come rinunciare a una parte di sé. Non so bene come andrà a fi- nire, forse tornerà a prenderli quando saranno più grandi, fatto sta che un gesto d’amore come questo non è scontato. Credo sia così dare la vita per gli altri, penso significhi questo «morire a se stessi» per amore. Una mattina le infermiere del centro mi hanno chiesto: «È vero che in Europa non vi salutate ma vi guardate soltanto senza dire niente?» (facendo l’imitazione con una faccia da stoccafisso im- bambolato). Questa cosa mi ha fatto molto arrabbiare, mi sono sentito colpito nell’orgoglio. Ep- pure come dare loro torto? Oggi, forte della mitica ricetta della nonna Agostina ho fatto le chiacchiere (bugie, frappe o come le chiamate). Sono state un suc- cessone, come al solito padre Tarcisio dà le soddisfazioni più grandi: a suo dire «imparadisano la bocca». 22 Febbraio 2015 Bube, mentre parlavo con una persona, improvvisamente mi ha dato un bacino sulla mano. Quanto è universale l’amore? Un gesto per esprimere la felicità per la mia presenza. In quel mo- mento mi sono detto: quando Bube sarà grande non penserà solo «bianco=ingiustizia» o «bianco=soldi». Sono questi i pic- coli semi di amore che un giorno cresceranno rimpiazzando la pianta dell’odio e del razzismo così radicata in questo mondo. Al centro è arrivato un bambino orfano, nato da una settimana e mezzo, con una pancia gonfia su cui si potevano vedere in rilievo tratti dell’intestino. Si trattava di un problema al di fuori delle no- stre possibilità. Abbiamo quindi consigliato di portarlo con ur- genza all’ospedale. Il bimbo è partito e non lo abbiamo più rivi- sto. Secondo i missionari proba- bilmente non ce l’ha fatta: era troppo piccolo per un intervento, e la sua famiglia era senza soldi per l’ospedale. 01 Marzo 2015 È ritornata la stagione delle piogge. Evviva. Non l’avrei mai detto che mi sarei trovato a desi- derare la pioggia, ma quando vedi la difficoltà della gente (e anche la mia nel lavorare l’orto) per la mancanza di acqua, non puoi che essere felice quando arriva. A proposito di orto, ho piantato le sementi arrivate dall’Italia. Consi- derando che di solito non tutti i semi germogliano, ne avevo pian- tati un buon numero. Non avevo però pensato al fatto che il Congo ha una delle terre più fertili del mondo, e quindi mi sono ritro- vato con una marea di piante di pomodori. Beh, faremo un po’ di passata. Ho finito di leggere un li- bro sulla storia del Congo. Penso che non potrò mai mettermi nei panni di questo popolo sempre ri- girato nelle mani dei potenti. Fac- cio fatica anche a giudicare i com- portamenti di gente che non ha conosciuto altro che guerra, sfruttamento, violenza, corru- zione, ecc. Le ingiustizie sono al- l’ordine del giorno e la cosa che fa più male è che provengono in primis dall’alto. Ho parlato con un senatore che ha famiglia qui a Isiro. Dice che bisogna stare at- tenti a cosa si dice in parlamento perché possono farti fuori politi- camente e fisicamente. Sempre lui dice che con il guadagno an- nuale delle ricchezze del Congo (in particolare minerali) il paese potrebbe risollevarsi subito. La banda bassotti ha visto diven- tare protagonista del gruppo una macchietta che si è distinta dagli altri, Manù. Questo bambinetto di un anno è tanto meraviglioso quanto peste. Essendo nell’età in cui si incomincia a «parlare», non smette mai di dire «yo» (tu) indi- cando con il dito la persona (nel 99% dei casi sono io). Per non parlare del suo ghigno veramente malefico quando ne combina una. Il programma nutrizionale per lui fino adesso non ha dato ri- sultati positivi, quindi l’ho rivisto, grazie all’aiuto fornito dal perso- nale del Bufalini. Per un’urgenza a Bayenga, padre Flavio questa settimana partirà, e io come potrei perdere l’occa- sione di tornare tra i Pigmei? 09 Marzo 2015 Bayenga: questo luogo mi affa- scina e mi sorprende. Sarà la bel- lezza naturale della foresta equa- toriale, sarà il calore della gente o sarà che ogni giorno è un’avven- tura, fatto sta che stare qui è bel- lissimo. Il viaggio questa volta è stato quasi piacevole, le strade 56 MC GIUGNO 2015 CONGO RD

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