Missioni Consolata - Giugno 2015

52 MC GIUGNO 2015 sviluppo. Dove le lacrime abbon- dano sulla faccia della gente, la chiesa si muove per agire perché identifica questi sofferenti con lo stesso Cristo, così le azioni di ca- rità diventano una risposta natu- rale, e non un subdolo modo di fare nuove conversioni. Una percezione allarmata del la- voro della chiesa in questo senso può aver spinto qualcuno a una sorta di sospetto, ma la chiesa ha costantemente cercato verità e chiarezza a questo riguardo, di- mostrando la sua attitudine im- parziale a lavorare per la promo- zione della dignità e rispetto umani. Come cristiani in un paese buddista, condividiamo i nostri tesori spirituali e le nostre risorse materiali perché noi crediamo fortemente che «la fraternità asciuga le lacrime». Una lunga lista di iniziative della chiesa dovrebbero essere ricor- data qui: dai centri di accoglienza per bambini di strada aperti nella capitale, alle molteplici scuole e scuole d’infanzia, dalla cura di bambini disabili ai progetti di agri- coltura, da una clinica al servizio degli svantaggiati a un centro cul- turale con esperienza in studi mongoli. Sì, perfino l’orizzonte culturale dello sviluppo ha costantemente marcato l’impegno della chiesa per una crescita armonica dei no- stri valori comuni, sui quali una so- cietà equa e pacifica, è costruita. Fino dall’inizio della sua presenza, il nostro attuale prefetto aposto- storia del paese, un periodo se- gnato dalle lacrime. Quando i primi missionari ebbero il visto di ingresso all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, la Mongolia stava lentamente rialzandosi dopo 70 anni di regime comunista, durante il quale il Buddismo, nel suo com- plesso, aveva sofferto dure perse- cuzioni, con migliaia di monaci mandati a morte o forzati ad ab- bandonare il loro credo, conside- rato un pericoloso ostacolo alla società atea importata dall’Unione Sovietica. Il rapido cambiamento dal si- stema comunista verso una de- bole democrazia si realizzava in un contesto di povertà diffusa e fu chiara la chiamata della chiesa a essere coinvolta in iniziative di promozione sociale. Missionari cristiani di varie denominazioni iniziarono a realizzare progetti di sviluppo umano di svariati tipi, a dal semplice inserimento in aree povere per aiutare la popola- zione, a programmi su larga scala di educazione e sanità. Il Vaticano fu tra i primi stati a essere formal- mente invitato a stabilire rela- zioni diplomatiche con la Mongo- lia. Così la Chiesa cattolica - a dif- ferenza di altri gruppi cristiani - è stata fin da allora presente in modo ufficiale. In questi 23 anni di installazione legale, la Chiesa cattolica ha sem- pre giocato un ruolo trainante nella promozione dei diritti umani e nella lotta alle conse- guenze della povertà e del sotto- MONGOLIA coesistere con la tradizione buddi- sta, proveniente dal Tibet. Nello scenario multi etnico e multi reli- gioso del grande Impero mon- golo, il governo dei Khan è noto per essere stato particolarmente tollerante verso tutte le religioni praticate nei loro territori. Per questo, nel nostro impegno at- tuale per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca, pos- siamo fare riferimento a una sto- ria positiva di interazione pacifica e condividere questa esperienza in Asia e nel resto del mondo. Dopo il comunismo Dopo l’epica degli scambi medioe- vali, sostenuti anche da iniziative diplomatiche tra i pontefici romani e gli imperatori mongoli, le mutue relazioni si ridussero, fino quasi a scomparire, a causa della diminu- zione di credenti cristiani, troppo isolati dai loro capi, e la crescita concorrente del Buddismo, che gradualmente divenne religione di stato. Il «re-incontrarsi» tra buddi- sti e cristiani in tempi più moderni capitò in un momento critico della # Pagina precedente : mandriano nella steppa che circonda Arvaiheer, Mongolia. # Sotto : un monaco buddista in pre- ghiera a Bodhgaya, India. | Monaci buddisti suonano la campana della pace, Ulaanbaatar.

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