Missioni Consolata - Giugno 2015

L a Cambogia celebra quet’anno il quarante- simo anniversario dell’arrivo dei Khmer Rossi a Phnom Penh. Il 17 aprile 1975 ini- ziava il periodo che oggi viene ricordato come Samai Pol Pot, l’era di Pol Pot (il cui vero nome era Saloth Sar, 1925-1998). Un termine, Sa- mai Pol Pot, che più di ogni altro indica la forza con cui i tre anni e nove mesi di governo dei Khmer Rossi (fino al 7 gennaio 1979, vedi scheda storica a pag. 40 ) vengono (erroneamente) attri- buiti alla responsabilità di un solo uomo, Pol Pot, appunto. Quella del 17 aprile è, da sempre, una ricorrenza rievocata in modo diverso e controverso da chi ha vissuto gli anni di «Kampuchea Democratica», il nome ufficiale dato al paese dai Khmer Rossi a partire dal 1976, e da chi, invece, non ha cono- sciuto in modo diretto difficoltà e sofferenze pa- tite da padri o nonni. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, più del 70% dei cambogiani ha meno di quarant’anni. Il che indica l’assottigliarsi di quella fetta di popolazione che è stata diretta testimone di un periodo storico di cui ancora troppo poco si parla e che non si è analizzato con sufficiente obiettività. A rendere più delicata e problematica la trasmissione della memoria è la cronica ritrosia psicologica con cui chi ha subito il trauma della Samai Pol Pot parla tra le mura fa- miliari delle proprie esperienze. Questo ha por- tato una netta frattura nella società cambogiana divisa appunto tra chi ha conosciuto Kampuchea Democratica e chi è nato negli anni successivi. Fatta questa premessa, va detto che il dramma del popolo cambogiano non è iniziato con l’arrivo dei guerriglieri a Phnom Penh. Quello è stato solo l’atto finale di una tragedia che ha avuto innume- revoli attori e altrettanti scenari. A cominciare da Norodom Sihanouk (1922-2012), regista degli eventi precedenti il 1975, uomo pieno di contrad- dizioni, sicuramente la figura più ambigua del pa- norama politico cambogiano. Il sovrano, la guerriglia, gli Stati Uniti Fu Sihanouk il primo a gettare benzina sul fuoco della nascente (e allora ininfluente) guerriglia co- munista sin dalla metà degli anni Sessanta. Il suo governo, corrotto e inaffidabile, gestiva l’intera economia del paese come fosse stata proprietà privata, mentre la repressione della polizia, abbi- nata alle strette maglie della censura, garantiva il tacito assenso popolare. Solo un manipolo di intellettuali ebbe il coraggio di opporsi. Facevano parte dei circoli della sini- stra parlamentare e avevano contatti con i guer- riglieri comunisti, ma nessuno di loro era mai stato coinvolto in azioni militari né aveva inten- zione di partecipare alla lotta armata. La simpa- tia che questi ideologi, conosciuti per la loro ab- negazione e la loro incorruttibilità, destavano tra i movimenti studenteschi e tra i contadini, in- dusse Sihanouk a cercare ogni pretesto per elimi- LA GENESI DELLA TRAGEDIA E LA TRISTEZZA DEL PRESENTE LE COLPE DI SIHANOUK, L’ACROBATA DI P IERGIORGIO P ESCALI Quarant’anni fa - era il 17 aprile 1975 - i Khmer Rossi di Pol Pot entrarono nella capitale Phnom Penh. Rimasero al potere per tre anni e nove mesi, fino all’invasione del Vietnam. Come troppo spesso accade, le tragedie legate a quegli eventi non sono mai state spiegate con obiettività. Anche per questo, la Cambogia del 2015 è un paese degradato e corrotto, che sta perdendo tutte le sfide. 36 MC GIUGNO 2015 A destra : Norodom Sihanouk (morto nel 2012) ha avuto sulla coscienza grandi responsabilità per il dramma della Cambogia. Pagina seguente : pescatori sul lago Tonle Sap, i cui villaggi galleggianti sono abitati in maggioranza da vietnamiti di religione cattolica.

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