Missioni Consolata - Giugno 2015

MC ARTICOLI GIUGNO 2015 MC 31 dacia di prendere la parola anche sui temi scottanti della fame e delle grandi ingiustizie create dallo squilibrio nell’accesso alle risorse. Come cristiani abbiamo molte cose da dire non soltanto sul modo con cui oggi usiamo il cibo per creare solidarietà. Più profondamente ancora, stiamo dentro Expo per mostrare come la grande questione del cibo e delle risorse (alimentari e non) sia la cartina di tornasole che porta alla luce i tanti difetti e le tante ingiustizie del nostro modo di im- maginare e di governare l’econo- mia. La presenza diretta di Caritas dentro il sito espositivo ha pro- prio questa intenzione: ricordarci con urgenza l’attualità dell’invito a essere all’altezza di una simile sfida. Expo ci permette di ricor- darci che abbiamo il compito di essere nella storia come l’anima del mondo, proponendo la vita buona del Vangelo in tutti gli am- biti dell’esistenza, quello econo- mico compreso. L’Expo è lì per ricordarci che dob- biamo vincere la tentazione di re- stare muti di fronte alle grandi questioni del nostro tempo. Il mondo ha anzitutto fame di fu- turo. Expo può essere un grande megafono di questa fame, e al tempo stesso un grande laborato- rio dentro il quale come cristiani partecipare alla costruzione di processi di soluzione, di guari- gione, di risanamento e di rina- scita. Un Dio che si fa pane per noi Per la fede cristiana il cibo è il crocevia di tutta una serie di le- gami (tra Dio e gli uomini, degli uomini tra di loro, con il creato) generatori a loro volta di pratiche che maturano le persone e ne ar- ricchiscono le identità. Attraverso la disciplina del cibo l’uomo ha imparato molto circa il suo legame con il creato come anche circa la sua relazione con Dio. Sin dalle sue origini, l’esperienza di fede ha saputo scrivere il rap- porto con Dio nella carne degli uomini proprio tramite il calenda- rio alimentare e lo strumento del- l’ascesi. Il vento della secolarizza- zione ha fatto sì che noi occiden- tali lasciassimo questo nostro te- soro alle Chiese orientali o alle al- tre religioni, Islam in primis (basta pensare al Ramadan; non dimen- tichiamo che è il digiuno quaresi- male cristiano ad aver ispirato il Ramadan musulmano). L’evento di Expo può essere l’oc- casione giusta per riapprendere a nostra volta questo legame fede- corpo e fede-cibo. Un legame così forte e originario da aver cono- sciuto una sua variante laica: la secolarizzazione ha fatto scompa- rire le pratiche del digiuno e della rinuncia ma non è riuscita a can- cellare il bisogno religioso a cui queste pratiche sapevano rispon- dere. Ed ecco che sono nate le diete, forme laiche di ascesi e di astinenza, in nome di un benes- sere che assume sempre di più i colori e i toni di una spiritualità laica, di una religione della gratifi- cazione inusuale e intramondana, senza Dio. Ogni anno il tempo della Quare- sima è un buon momento per ri- prendere, anche noi, quella disci- plina, che abbiamo perso, del cibo e quella capacità di scrivere © Lamberto G.P. / Corea del Sud © Brusa Domenico / Etiopia # A sinistra : festa di bambini a Seul, Corea del Sud. | Qui sotto : offertorio alla messa a Gambo, Etiopia. Oltre al pane e al vino i fedeli portano ceste di cibo per i poveri. | In basso a sini- stra : il churrasco , indispensabile per ogni festa popolare in Brasile.

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