Missioni Consolata - Maggio 2015

54 MC MAGGIO 2015 sono messo a ridere per la vora- cità con cui si metteva il cibo in bocca: due manate alla volta. Quando si è accorto che lo guar- davo, ha cambiato atteggiamento e, ogni volta, prima di infilarsi due pugni di cibo in bocca, ne allun- gava uno verso di me come a dire: «Questo prendilo te». Ogni volta gli ho dovuto dire «Yo» (tu), per- ché mangiasse. Ho visto un film un po’ cruento che tratta del traffico e della guerra per i diamanti in Africa, «Blood Diamonds». Mi ha fatto impressione: vedere tutta quella crudeltà e sofferenza, e vedere nei volti degli attori i volti di bambini, giovani, persone che ora conosco, e immaginarli in quelle situazioni, mi ha veramente scosso. Pensare a come i paesi più ricchi abbiamo sfruttato l’ignoranza e le risorse di questi popoli, e lo fanno tuttora, provocando guerre e morte, mi fa venire la nausea. 20 Dicembre 2014 Al centro nutrizionale la responsa- bile è andata in congedo per un mese e quindi sono diventato io il responsabile di tutto. La «banda bassotti» (un gruppo di bimbi) del centro mi ha preso in simpatia e non mi molla un se- condo. Per quanto riguarda l’orto, è ancora tutto vivo. Qui è difficile crederlo, ma siamo sotto Natale. Sentire padre Tarci- sio, mio vicino di stanza, che ascolta ad alto volume i canti nata- lizi e allo stesso tempo sentire un sole che spacca le pietre con i suoi 30° gradi è abbastanza scioccante. 24 Dicembre 2014 Ci rinuncio, qui è proprio impossi- bile calarsi nello spirito natalizio italiano. Eppure non potevo rice- vere regalo più bello: l’essenza del Natale. Al centro Gajen c’è un papà vedovo (l’unico papà tra sole mamme), che accompagna la sua figlioletta di meno di un anno. Do- vreste vedere come si prende cura di lei e con quale amore: ecco que- sto esprime il Natale più di mille pacchetti regalo, alberelli, panet- toni ecc. Al centro c’è anche Eritiè (mem- bro della banda bassotti), che viene sempre da solo, senza geni- tori. Durante il pranzo non man- giava, allora mi sono avvicinato e gli ho chiesto come mai: lui sem- plicemente non aveva le posate, e aspettava che qualcun altro finisse perché gliele prestasse. Allora vi faccio questo augurio per Natale: che possiate accorgervi di chi vi è accanto e «non ha le po- sate». Eyenga ya mbotama elamu! Buon Natale di cuore! dato quasi mai a Gajen per dare una mano qua in casa. Eh già. È bello chiamare casa questo posto. Qui c’è anche la mia famiglia afri- cana: sono un po’ tutti matti, ma siamo una famiglia. Intanto oggi mi sono accorto che è iniziato l’avvento. Sì, dico che me ne sono accorto perché, con un sole da spiaggia e 30 gradi, non sembra di essere a dicembre. Sarà un Natale interessante. 4 Dicembre 2014 Il 50° anniversario del martirio della beata Anuarite, con 300mila pellegrini che hanno riempito Isiro, non si può dire che sia pas- sato inosservato. La funzione è in- cominciata alle 9,00 ed è finita alle 15,00. Era tutto ben organizzato, con tanto di fuochi d’artificio e macchina delle bolle di sapone du- rante alcuni canti. Sono anche in- tervenuti il governatore e la mo- glie.In tutto ciò ho ricevuto un bel- lissimo regalo: mi è arrivato da Makpulu un arco con delle frecce (forse qualcuna avvelenata) che mi era stato promesso. Ovvia- mente mi sono messo subito ad esercitarmi in giardino per tirare fuori il Robin Hood che è in me, ma devo ancora allenarmi un po’. Sono ritornato a lavorare al centro Gajen da cui mancavo da più di un mese. Quante cose sono cam- biate. Prima fra tutte i bambini. Non ce n’è uno di quelli che ho co- nosciuto, e devo ammettere che mi dispiace non averli salutati. Ma d’altro canto non posso che essere felice perché, se non ci sono più, significa che sono guariti. Quindi mi sono ributtato: questa volta c’è un bel gruppetto di 5-8 anni. Ci sono Jil (Samì) ed Ernest (Bibi) che sono due macchiette: mi parlano tranquillamente in Lingala pen- sando che io capisca. E poi c’è John: il nuovo Radis. È un bambino che, a vederlo, non si direbbe mal- nutrito, inoltre è iperattivo e corre dappertutto. Inizialmente mi è ve- nuto incontro per tirarmi una ma- nata, e mi ha lanciato le sue cia- batte. Ma poi mi si è buttato ad- dosso a braccia aperte perché lo abbracciassi. Oggi mentre distri- buivamo il pranzo ho controllato che i bambini mangiassero, quando sono arrivato da John mi CONGO RD

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