Missioni Consolata - Maggio 2015

MAGGIO 2015 MC 31 minante: «Del genocidio degli Armeni chi ne parla più or- mai?». Erano passati poco più di vent’anni e si program- mava un altro sterminio, l’Olocausto del popolo ebraico. Il governo turco continua ancora oggi a rifiutare di rico- noscere il genocidio a danno degli Armeni, preferendo la versione che sia stata una guerra civile aggravata dalla carestia, un fatto interno all’Impero Ottomano. L’Unione Europea però ha posto il riconoscimento del genocidio armeno come una delle clausole per l’ammissione della Turchia all’Ue. La Francia punisce con il carcere la nega- zione del genocidio armeno. Al contrario la magistratura turca infligge la stessa punizione a coloro che nominano in pubblico l’esistenza del genocidio armeno, ritenendolo un atto anti patriottico. Va segnalato che ultimamente la Turchia sembra aver dato prova di buona volontà ria- prendo alcune chiese armene nel Sud del paese, ma non va sottaciuto però che la gran parte dell’opinione pub- blica si oppone tenacemente a queste misure. Fare memoria oggi di quei tragici avvenimenti, ricordare i drammi del passato, non dimenticare i morti innocenti, è un monito illuminante per tutti noi che non vogliamo più che simili crimini si compiano nella storia. Don Mario Bandera, Missio Novara # Pagina di apertura: una donna armena piange il figlio morto in un campo poco prima di raggiungere la salvezza ad Aleppo in Siria. Da sinistra in alto, in senso antiorario: 1915, un ufficiale turco si diverte a prendere in giro con del pane dei bam- bini armeni affamati. | Corpi di Armeni ammazzati in un campo (foto scattata dall’ambasciatore americano Henry Morgenthau). | Armeni cacciati dal loro villaggio. In primo piano un gendarme che ha razziato tappeti dalle case dei deportati. | Armeni convocati nella piazza di un paese dalle autorità tur- che. Sono poi stati tutti massacrati. | Il quartiere cristiano di Adana dopo il massacro e il saccheggio del 1909. Foto di pubblico dominio da en.wikipedia.org . • Armeni | Genocidio | Turchia • MC RUBRICHE Le deportazioni inflissero sofferenze e patimenti ine- narrabili alla popolazione armena… Queste deportazioni furono definite «marce della morte» e coinvolsero circa un milione e mezzo di persone. Centi- naia di migliaia, in maggioranza donne e bambini, mori- rono lungo il percorso di fame, sfinimento e malattie. La responsabilità di questi eventi è da imputare solo all’Impero Ottomano? L’organizzazione e la cura delle deportazioni furono com- piute in massima parte dai militari che facevano riferi- mento ai Giovani Turchi, questi a loro volta erano adde- strati da ufficiali dell’esercito tedesco, in virtù di un ac- cordo tra l’Impero Germanico e l’Impero Ottomano. Miglia di persone inoltre furono massacrate nei loro villaggi o ne- gli spostamenti che ne seguirono dalle milizie curde e dal- l’esercito turco. Negli anni in cui si compì la tragedia della deporta- zione e dell’eccidio degli armeni le Cancellerie Euro- pee non reagirono? Tutte le legazioni diplomatiche europee non mancarono di riferire ai rispettivi governi ciò che succedeva nella nostra terra, ma essi restarono indifferenti all’immane tragedia che si stava consumando. Queste notizie non influirono minimamente su nessuna delle Cancellerie europee. Si può dire quindi che la brutalità nei vostri confronti messa in atto dai Giovani Turchi, che arrivò a com- piere il primo genocidio del secolo ventesimo, non provocò nessuna reazione, né politica né militare né diplomatica? Purtroppo il genocidio perpetrato contro gli armeni fece scuola. Narrano i biografi di Hitler che, pianificando lo ster- minio degli ebrei, egli si sia lasciato scappare una frase illu-

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