Missioni Consolata - Novembre 2014

NOVEMBRE 2014 MC 7 Cari mission@ri rie prime, è anche un grande bacino di manodo- pera a basso costo (schia- vi) per alimentare il nostro benessere e la ricchezza ingiusta di pochi. Non entro in merito ai compensi di Mauro Moret- ti o di quelli come lui. È fin troppo facile dire che certi stipendi sono fuori di testa e ingiusti. Anche se uno è un dirigente, che diritto ha di prendere 10, 20, 100 volte di più di un suo di- pendente del Nord del mondo e magari anche 1000 o 2000 volte in più di uno del Sud del mondo? Quanto al Mozambico (o ai vari Mozambico del mon- do): se da noi va male, da loro va certamente peg- gio, anche se il Fondo Mo- netario Internazionale di- ce che il Pil delle nazioni africane è in crescita. Per l’Onu il Mozambico è 183° su 187 nella scala dello sviluppo, ma sembra an- dare controcorrente: da 20 anni gode di una crescita annua del 6% e in questi ultimi anni sta sperimen- tando una migrazione in- versa con l’arrivo di euro- pei alla ricerca di una vita nuova e fortuna. In realtà chi ci guadagna è una pic- cola minoranza straricca, mentre i poveri diventano sempre più poveri. La sfi- da cade allora sulle élite locali che sono a un bivio: amministrare la nuova ricchezza per il proprio tornaconto o per il vero sviluppo del proprio paese e la creazione di servizi per uscire dalla spirale di povertà. Certo, le storie delle bu- starelle, non sono proprio incoraggianti. l’ebola» come espiazione dei contagi che un tempo noi abbiamo portato ai po- poli indigeni dell’America e dell’Africa, certamente non credo che sia il caso. Gli errori del passato non si compensano certo con errori del presente. In più, tutte le statistiche a ri- guardo (vedi la ricerca Istat del 12 febbraio 2014, Cittadini stranieri: condi- zioni di salute, fattori di ri- schio, ricorso alle cure e accessibilità dei servizi sanitari ) dicono che la stragrande maggioranza degli stranieri che arriva- no da noi sono «persone in buona salute, che devo- no affrontare un viaggio lungo e pericoloso, che portano come capitale da investire nel paese in cui emigrano il proprio corpo sano. Il migrante si am- mala nel paese in cui arri- va come ospite a causa delle insalubri condizioni di vita in cui spesso è co- stretto a inserirsi (scarsa alimentazione, ambienti sovraffollati, lavoro fatico- so e spesso senza prote- zione)». Secondo il parere dei me- dici del Comitato di Colla- borazione medica di Tori- no (Ccm), da noi consulta- ti, «sulla base (dei dati a disposizione) e di quanto evidenziato in merito al concetto di “migrante sa- no”, è veramente impro- babile che possano insor- gere epidemie, nel nostro paese, determinate da pa- tologie d’importazione, se non in focolai circoscritti e di scarsa rilevanza epide- miologica, come nel caso della Chikungunya (ma- lattia febbrile acuta virale, epidemica, trasmessa dalla puntura di zanzare infette - it.wikipedia.org ) nel Ravennate nel 2007». Quanto al ritorno di malat- tie da noi considerate de- bellate, come la tuberco- losi, credo che esso coin- volga più fattori: dalla sempre maggior resisten- za degli agenti patogeni a- gli antibiotici spesso usati troppo disinvoltamente, ai sempre maggiori contatti globali, non solo per i flus- si migratori ma anche per la crescita esponenziale del turismo internaziona- le; dall’allentamento della guardia delle nostre strut- ture sanitarie, alla scarsa conoscenza di queste ma- lattie. Sfortunatamente tutto questo rischia di finire per ritorcersi contro i più de- boli, proprio i migranti, vi- sto che non manca chi è pronto a cavalcare la di- sinformazione per soste- nere le proprie agende xe- nofobe. IL GAS DEL MOZAMBICO Cari amici di MC, ho letto su Il Sole 24 Ore del 20/7/2014 che l’Eni a- vrebbe fatto la «più gran- de scoperta di gas della sua storia» in Mozambi- co. Si tratta di 2,4 miliardi di metri cubi che consen- tirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per 30 anni». Premesso che anch’io consumo gas e che cerco di utilizzarlo il meno possibile per non sprecarlo (e pagarlo), mi piacerebbe sapere per favore da voi delle Mis- sioni della Consolata quanto di quel gas rimar- rebbe a disposizione dei poverissimi abitanti del Mozambico. Lo sfrutte- remmo tutto noi? Quale sarebbe il vantaggio per il paese africano? Che cosa cioè guadagnerebbe dall’operazione in una parola? Ed è morale e giusto che Mauro Moretti, attuale A.d. dell’ENI, gua- dagni quel che guada- gna? Non è l’Italia in con- dizioni disastrose? E il Mozambico come sta? Grazie. Piergiorgio S. 20/7/2014 L’assalto alle materie pri- me africane è vecchio di secoli: Romani, Egiziani, Arabi, Indiani e perfino Ci- nesi hanno depredato l’A- frica per secoli, se non millenni. Poi è scoppiato il colonialismo, e dopo il co- lonialismo la dipendenza economica, l’indebita- mento cronico e l’instabi- lità politica, e poi sono tor- nati i Cinesi affamati di e- nergia e materie prime, e le crisi mediorientali che hanno reso appetibili grandi riserve di petrolio e gas prima troppo costose. Da sempre il nostro paese ha cercato, proprio con l’Eni, di restare indipen- dente dal monopolio delle «sette sorelle» (le più grandi compagnie petroli- fere internazionali) crean- do la sua rete di sicurezza per un paese come il no- stro sempre più affamato di energia. Non stupisce allora, lo dico con tristez- za, che in questa durissi- ma competizione per le ri- sorse, anche l’Eni si sia a- deguata ai metodi dei suoi competitori. I Cinesi pren- dono tutto chiudendo gli occhi su giustizia e diritti umani e facendo lavorare i loro carcerati; i Francesi e gli Inglesi si tengono bene legate le loro ex colonie, le multinazionali non guar- dano in faccia nessuno e l’Eni paga tangenti esorbi- tanti che approfittano del- la corruzione e l’alimenta- no (vedi Nigeria per fare un esempio). Quello che l’Eni fà rientra perfettamente nella logica economica di oggi, che è senza scrupoli, anche se qualche volta ammantata di verde ma non certo del rosso dell’amore e della giustizia. Questo vale per l’Eni, e si può dire delle multinazionali del cibo, dei fiori, delle comunica- zioni. L’Africa non è solo u- na grande riserva di mate- Conosci lo sfogliabile di MC? Scoprilo online su www.rivistamissioniconsolata.it

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