Missioni Consolata - Ottobre 2014

che si può, voglio andare anche io a Milano per dargli una mano, e magari trovare anch’io qualcuno che ha bisogno di me». Intanto oggi va in pellegrinaggio al mona- stero di Căpriana per chiedere una grazia per la sua anziana ma- dre. Non ci si pensa mai abba- stanza, ma ogni badante che viene ad accudire i nostri vecchi lascia qualcuno qui di cui nessuno si prende cura. Per Vasile e suo fratello è una mamma malata. Il monastero è a un’ora da Chişinău. È un luogo sacro dal XV secolo, ma oggi è anche la meta preferita per le gite domenicali degli abitanti della capitale. Qui le giovani coppie amano venire a sposarsi nella bella stagione. Le funzioni sono finite da poco, si- lenzio e penombra riempiono di nuovo la navata. Vasile accende un cero, il volto della Madonna si dipana alla luce tremula. «Biso- gnerà che prima o poi qualcuno si prenda cura di questa nostra terra, magari saranno i nostri figli che torneranno ad abitarla», dice lasciando cadere qualche leu nella cassetta delle offerte. Il ru- more risveglia per un attimo un monaco che sembrava addor- mentato in un angolo. Emergere nel sole accecante è come venire alla luce una seconda volta. Le spose frusciano leggere sulle scale, gli sposi si muovono impac- ciati negli abiti nuovi di zecca e le mamme piangono a dirotto. In- sieme a loro tutto il paese guarda al futuro con occhi di speranza. Danilo Elia MOLDAVIA 56 MC OTTOBRE 2014 nukkiah - un candelabro ( meno- rah ) a nove braccia usato nei riti Chabad - in pieno centro città. Ma per i fedeli ortodossi si trattò di un affronto alla Moldavia cri- stiana. Un corteo sfilò per le vie del centro cantando inni sacri e sventolavano striscioni che inneg- giavano a Cristo. Il prete che lo guidava tirò giù l’ hanukkiah a colpi di martello e al suo posto piantò una croce. I pezzi furono poi posati ai piedi della vicina sta- tua di Stefano il Grande che, disse il prete, aveva «difeso la patria da tutti i tipi di giudei». Il fatto è che la coesistenza di religioni diverse è ancora oggi tutt’altro che scon- tata. E, benché le autorità si siano affrettate a rimettere a posto l’ hanukkiah , gli episodi di antise- mitismo non si contano e non passa giorno che dalla facciata della sinagoga si debbano cancel- lare svastiche e simboli delle SS. La vita fuori da Chişinău La R1 è disseminata di buche. Ep- pure è una delle strade principali che portano dalla capitale al con- fine con la Romania. Uscire da Chişinău e dai suoi grandi viali or- togonali è come fare un salto in un’Europa che non c’è più. Un’Eu- ropa rurale di carri trainati dai ca- valli e contadini a piedi con la vanga in spalla, e dove i covoni di paglia non sono ancora stati so- stituiti dalle rotoballe. Vasile è se- duto coi piedi ben puntati al pavi- mento e si regge alla maniglia del furgoncino stipato di persone. Su queste strade si balla. Suo fratello è in Italia, fa il badante. «Adesso # Sopra a sinistra : una vecchia Lada davanti a un chiosco di alimentari. Pochi moldavi possono permet- tersi un’auto, pochissimi un’auto occidentale. Qui sopra : un opu- scolo dell’associazione «Assomol- dave» di Verona. S CHEDA O BC O SSERVATORIO B ALCANI E C AUCASO N ato nel 2000, con sede a Ro- vereto (Trento), l’«Osservatorio Bal- cani e Caucaso» (Obc) si occupa dei paesi del Sud Est europeo e di quelli appartenenti all’a- rea post-sovietica. Segue in totale 26 stati attraverso 50 corrispondenti in loco, che vanno ad aggiungersi a gior- nalisti, ricercatori e studiosi. L’approc- cio di lavoro è multimediale e multilin- gue. Il suo portale web raggiunge un pubblico di oltre 130.000 visitatori unici ogni mese. Oltre ai riconosciuti meriti d’informazione e ricerca, l’Obc presenta altre due peculiarità di ri- lievo: è finanziato da entità pubbliche (in primis, dalla Provincia autonoma di Trento) e lavora in modalità Copyleft. Sito: www.balcanicaucaso.org Q uesta è la seconda puntata della collaborazione tra Obc e MC, ini- ziata con il reportage sulla Transni- stria (luglio 2014).

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