Missioni Consolata - Ottobre 2014

DOSSIER MC ECO&MISSIO denzia il controsenso che scaturisce da tale rela- zione nella nostra cara Europa. La prima Guerra mondiale, che causa la separa- zione dei due protagonisti e lascia Elzéard Bouf- fier a continuare da solo la sua missione di «pian- tatore di alberi», si combatte sulla base di cause politiche ed economiche. Il punto centrale è rap- presentato dal mercato e dalle materie prime. Ogni nazione ha bisogno di terra per estrarre que- ste ultime, al fine di produrre e vendere. Questo meccanismo violento di risoluzione di conflitti, esportato anche nelle cosiddette colonie, è l’ul- timo tassello di una lotta senza esclusione di colpi dell’uomo contro la natura per dominarla e del- l’uomo contro l’uomo per il controllo delle forze che la natura sprigiona. Due anime La rivoluzione industriale, nata in Europa in quelle che fino a oggi sono economicamente le na- zioni più forti (Germania, Inghilterra e Francia) rappresenta il «non detto» della favola di Giono. L’uomo che silenziosamente pianta una foresta, ghianda dopo ghianda, è la risposta all’ hybris (nell’ antica Grecia era la presunzione di potenza che offende Dio, ndr ) scatenata e impazzita del- l’uomo che elimina la foresta in nome della produ- zione e del profitto. È uno scontro di mentalità: da una parte l’uomo che si fa custode di quanto gli viene affidato, silen- zioso collaboratore della natura madre (o della mano di un Dio creatore e provvidente), dall’altra l’uomo che si fa padrone, sfruttatore di tale na- tura, pronto a distruggere quanto riceve e pos- siede in nome di un guadagno più alto. Da un lato l’uomo che volontariamente impiega tempo, ener- gie e risorse e mette il suo ingegno al servizio del bene comune, dall’altra la volontà di potenza e di dominio, in disprezzo delle libertà e dei diritti al- trui, in totale asservimento alle leggi del mercato e del denaro. Queste due anime sono convissute e convivono tuttora. Fanno da sfondo al lento e continuo ince- dere di Elzéard Bouffier tanto come le assolate e deserte campagne del Sud della Francia e il verde dei boschi che ne prende gradualmente il posto. L’anima dell’uomo padrone ha assunto nel corso del tempo molteplici trasformazioni, dando vita, per esempio, a grandi sfruttamenti delle risorse e del territorio, a una speculazione edilizia impres- sionante, all’inquinamento acquifero. Non ci siamo negati neppure l’esperienza drammatica del nucleare, e ora subiamo con angosciante preoccupazione il problema dei rifiuti e delle sco- rie che non riusciamo a smaltire se non piazzan- doli, metaforicamente, nel giardino del vicino. D’altro canto non possiamo negare che proprio in Europa la coscienza dei diritti umani e la neces- sità della loro difesa hanno trovato terreno fertile. Basti pensare al proliferare di movimenti ecologi- sti che, sotto diverse denominazioni, bandiere e ispirazioni, hanno provato a rendere la vita diffi- cile a chi, nel solo nome del Capitale, era pronto a succhiarsi la sua parte di pianeta senza passare alla cassa per pagare il conto. E non è un caso che la nascita di questi ultimi risalga alla seconda metà del secolo XIX, e in quei paesi, come l’Inghil- terra, in cui più forte è stata la pressione della Ri- voluzione industriale. Soltanto fra le due guerre l’Europa, proprio a causa delle tensioni provocate dal primo conflitto, cede la leadership ecologista agli Stati Uniti, per tornare a occuparsene con decisione alla fine del secondo conflitto bellico, nella fase di ricostru- zione e sviluppo, con alcune significative novità in agenda. «La nuova fase dal dopoguerra fino agli anni Settanta è stata dunque contrassegnata da una graduale diffusione dei movimenti ecologisti e da un allargamento della loro area di interessi. Alle tematiche tradizionali se ne sono intrecciate di nuove. Alla salvaguardia dell’ambiente e alla tu- tela del territorio si è aggiunta la difesa dei centri urbani dall’invasione delle automobili e la lotta contro la speculazione immobiliare che porta al- l’edificazione selvaggia delle periferie urbane; alla mobilitazione in difesa di habitat naturali e di spe- cie animali minacciate di estinzione, si è unita la lotta contro l’inquinamento industriale, i lavori e i consumi nocivi». La tensione ecologista in Europa ha dunque la sua storia. Purtroppo la Chiesa, forse, ha iniziato a ca- valcare la tigre con un po’ di anni in ritardo. E dire che di materia per farlo subito ne avrebbe avuta, eccome. Ugo Pozzoli OTTOBRE 2014 MC 39 © Marco Bello

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