Missioni Consolata - Ottobre 2014

Support Mission , in pratica l’ap- pendice della precedente mis- sione militare, che permetterà a 9.800 soldati statunitensi di per- manere in Afghanistan fino al 2016. Una delle prime mosse che i can- didati presidenziali han detto di voler fare sarà quella di firmare il Bilateral Security Agreement che, oltre a portare la nazione a diven- tare ufficialmente un alleato degli Usa (e non più della Nato), conse- gnerà alle forze armate afghane la direzione delle basi militari. Un passo decisivo per concludere l’ inteqal , la transizione iniziata nel luglio 2010 che, nei piani di Wa- shington, prevedeva il controllo del territorio in mani afghane en- tro la fine del 2014. La Resolute Support Mission , in qualsiasi modo la si voglia presen- tare, è la dimostrazione del falli- mento di questa transizione. Le forze afghane: soldi, corruzione, traffici L’ Afghan National Security Forces (Ansf), il corpo militare di 345.000 uomini che comprende l’esercito, le forze di polizia e i servizi se- greti, non ha dimostrato di essere in grado di subentrare all’Isaf/Nato, come dimostra il conto dei morti: 8.200 membri dell’Ansf sono stati uccisi nel corso del solo 2013 (contro un to- tale di 3.400 soldati dell’Isaf/Nato dal 2001 al luglio 2014). Kabul dovrebbe spendere ogni anno tra i cinque e i sei miliardi di dollari per mantenere in vita il ci- clopico apparato, ma le entrate annuali ammontano a soli 2,3 mi- liardi. Questo metterebbe a repentaglio la sopravvivenza (non si parla di nuovi investimenti) dei pochi e mal gestiti progetti sociali sino a oggi avviati. Lo stesso governo af- ghano ha ammesso che il 60% de- gli aiuti assistenziali provenienti dai paesi donatori sono confluiti nel buco nero dell’Ansf. Il pericolo maggiore, però, non proviene dalla mancanza di fondi (che potrebbero essere recupe- rati con una migliore gestione de- gli aiuti), ma dalle forze militari afghane che sono un vero con- centrato di inefficienza e corru- zione. L’ Afghan National Police (Anp) è considerato il sacco bu- cato dell’Ansf: nei suoi registri sa- rebbero iscritti 151.000 poliziotti, ma secondo l’ US Combined Secu- rity Transition Command-Afgha- nistan almeno 54.000 nominativi sarebbero fasulli per permettere agli ufficiali di intascare stipendi e bonus. Sempre l’Anp sarebbe re- sponsabile della maggioranza dei casi di corruzione e di violenze ai danni dei cittadini, mentre i vari comandi, oltre che a concludere fedelissimo di Massud e favorito alla vittoria finale, che non è arri- vata, e il pashtun Ashraf Ghani, ex funzionario della Banca mondiale il quale, pur di aggiudicarsi la maggioranza, non si è fatto scru- poli ad allearsi con un carismatico criminale di guerra, l’uzbeko Ra- shid Dostum. La geografia del voto parla chiaro: gli afghani hanno scelto secondo appartenenza etnica più che sulla base dei programmi elettorali, peraltro molto simili tra loro (i due contendenti si sono detti fa- vorevoli a una continuazione della missione militare internazio- nale, confidando in un forte ap- poggio statunitense). Le province meridionali, a mag- gioranza pashtun, assieme alle quattro province settentrionali abitate in prevalenza dagli uzbeki (Kunduz, Jawzjan, Faryab e Sari Pul) si sono espresse a favore di Ghani. Abdullah, invece, ha otte- nuto la vittoria nelle province ta- gike e in quelle sciite. Il risultato è una nazione divisa nettamente in due che dovrà cercare di ritrovare un’unità di programmi se non vuole precipitare di nuovo nell’a- bisso della guerra civile. Con la scadenza del mandato Isaf- Nato alle porte, la situazione sul campo militare si fa più pesante. Obama ha già annunciato che il 1° gennaio 2015 inizierà la Resolute AFGHANISTAN 18 MC OTTOBRE 2014

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