Missioni Consolata - Maggio 2014

MAGGIO 2014 MC 69 sia uno dei maggiori fattori di rischio per il cancro della mammella. Uno studio compiuto da MacMahon nel 1970 ha evidenziato che è anche im- portante l’età della donna alla prima gravidanza portata a termine. Il ri- schio di contrarre il tumore è infatti circa doppio nelle nullipare e nelle donne con la prima gravidanza a 30 anni e oltre, rispetto a quelle che hanno avuto il primo figlio prima dei 20 anni. Pare inoltre che il rischio per le donne con la prima gravi- danza oltre il 35 anni sia superiore a quello delle nullipare. Altri studi hanno rilevato che qualunque gravi- danza condotta a termine prima dei 35 anni ha effetto protettivo, men- tre le altre aumentano il rischio. Inoltre l’effetto protettivo di una gravidanza precoce si manifesta solo se essa è portata a termine, mentre vi sarebbe un aumento del rischio in relazione all’aborto (sia spontaneo, che procurato). Questo potrebbe volere dire che la prima parte della gravidanza aumenta il rischio di tu- more, mentre il suo completamento lo contrasta. Altri studi sono giunti alla conclusione che anche l’allatta- mento può avere un effetto protet- tivo, diminuendo del 50% il rischio nelle donne prima della menopausa, ma non dopo. Sembra che un pe- riodo critico per il rischio di con- trarre questo tumore siano gli anni immediatamente seguenti una gra- vidanza. Probabilmente, oltre all’età e al numero delle gravidanze, en- trano in gioco altri fattori, come la classe sociale, le differenze culturali, le variazioni nell’utilizzo della pillola contraccettiva. Per quanto riguarda quest’ultima, così come nel caso della Tos (Terapia ormonale sostitu- tiva in menopausa), si tratta di asso- ciazioni estro-progestiniche, che possono stimolare la crescita di tu- mori endocrino-responsivi, come sono alcuni tipi di tumore mamma- rio. Secondo diversi studi, la pillola anticoncezionale (soprattutto nelle vecchie formulazioni ad alto dosag- gio) aumenta leggermente il rischio di questo tumore, ma risulta protet- tiva nei confronti di quelli dell’ovaio e dell’endometrio. Nelle donne che hanno assunto la pillola sembra es- serci anche una diminuzione nell’in- cidenza del tumore del colon, men- tre aumenterebbe leggermente quella del tumore della cervice. Le Argentina ci sono tassi di 60-90 su 100.000. Nell’America del Sud, tranne i paesi succitati, e nell’Europa orientale e meridionale i tassi sono intermedi (40-60 su 100.000), nell’A- merica centrale e tropicale del Sud, in Africa ed in Asia sono bassi (meno di 40 su 100.000). L’incidenza di questo tumore aumenta con l’età della donna , dai 30 ai 70 anni, con una flessione tra i 45-54 anni, cioè nell’età della menopausa. Si pos- sono osservare notevoli variazioni del rischio all’interno di uno stesso paese in base a fattori sociodemo- grafici come l’etnia, la classe sociale, lo stato civile e la regione di resi- denza. Ad esempio, in Israele l’inci- denza di questo tumore è alta tra le donne ebree e bassa tra le non ebree, mentre alle Hawaii è alta tra le hawaiane e bassa tra le filippine. Già dal 1700, grazie alle osservazioni di Bernardino Ramazzini (1633- 1714) sulle suore, si sa che questo tumore è più frequente tra le donne nubili (50% di rischio in più), che tra quelle sposate. Inoltre è un tumore più frequente nelle aree urbane, che in quelle rurali e tra le donne di più elevato ceto sociale. Si capisce che i fattori ambientali sono importanti nell’eziologia del cancro della mam- mella dalle variazioni del rischio nelle popolazioni migranti, comun- que influenzate dall’etnia di appar- tenenza. Ad esempio, i tassi d’inci- denza di questo tumore tra gli euro- pei emigrati negli Stati Uniti variano con relativa rapidità, diventando presto simili a quelli degli statuni- tensi, mentre quelli delle popola- zioni provenienti da Cina e Giappone variano anch’essi, ma molto più len- tamente. Tale differenza può essere ascrivibile a un minore adattamento delle popolazioni orientali alle abitu- dini alimentari e riproduttive statu- nitensi. Diversi studi hanno evidenziato una correlazione tra tassi di incidenza e di mortalità del carcinoma della mammella e assunzione di grassi, proteine di origine animale e di calo- rie totali. Alcune variazioni nell’incidenza del carcinoma mammario sono sicura- mente in relazione con il comporta- mento riproduttivo, come il numero di figli per donna e l’età della prima gravidanza. Da tempo si sospetta che un basso numero di gravidanze MC RUBRICHE I l seno è costituito da un in- sieme di ghiandole e tessuto adiposo ed è posto tra la pelle e la parete del torace. In realtà non è una ghiandola sola, ma un insieme di strutture ghiandolari, chiamate lobuli, unite tra loro a formare un lobo. Il tumore al seno è una malattia potenzial- mente grave se non è individuata e curata per tempo. È dovuto alla moltiplicazione incontrollata di al- cune cellule della ghiandola mam- maria che si trasformano in cel- lule maligne. Ciò significa che hanno la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per in- vadere i tessuti circostanti e, col tempo, anche gli altri organi del corpo. Sono due i tipi di cancro del seno: le forme non invasive e quelle invasive. Le forme non in- vasive sono le seguenti: neoplasia duttale intraepiteliale (carcinoma in situ); neoplasia lobulare intrae- piteliale, entrambe con vari gradi. Le forme invasive sono: il carci- noma duttale, quando supera la parete del dotto, rappresenta tra il 70 e l'80 per cento di tutte le forme di cancro del seno; il carci- noma lobulare: quando il tumore supera la parete del lobulo, può colpire contemporaneamente ambedue i seni o comparire in più punti nello stesso seno. Altre forme di carcinoma meno frequenti sono il carcinoma tubu- lare, papillare, mucinoso, cri- briforme. Hanno prognosi favore- vole. (www.airc.it)

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