Missioni Consolata - Ottobre 2013

BRASILE diffuse dal Planalto (il palazzo sede della presidenza), non deb- bono trarre in inganno. I sorrisi sono di circostanza, buoni per i media e per la piazza che ha bi- sogno di messaggi tranquilliz- zanti. Dietro lo scenario le ma- novre sono ben diverse. Dai tempi della dittatura militare il governo di Dilma è quello che ha demarcato meno terre indi- gene, ma soprattutto è quello che sta di fatto erodendo diritti che sembravano acquisiti (anche se spesso non erano effettivi). La de- molizione è sistematica e conti- nua attraverso ordinanze ( porta- rias ), progetti di revisione costitu- zionale (Pec), decreti, leggi. Per citare i casi più recenti e clamo- rosi ricordiamo il Progetto di legge complementare (Plp) 227/2012 e la Proposta di revi- sione costituzionale (Pec) 215/2000. Il progetto 227 - pre- sentato dal latifondista Homero Pereira (la cui campagna eletto- rale è stata finanziata da grandi imprese con oltre un milione di dollari) - vuole regolamentare il comma 6 dell’articolo 231 della Costituzione. In particolare, esso mira a sottomettere le terre indi- gene al «rilevante interesse pub- blico dello stato brasiliano» ( rele- vante interesse público da União ), rendendone in pratica nullo il di- ritto al possesso e all’uso esclu- sivo da parte dei popoli indigeni. Ciò significherebbe giustificare il latifondo e aprire le porte a strade, condutture, centrali idroe- lettriche, ferrovie, miniere, inse- diamenti umani. La proposta 215 - presentata dal deputato Almir Sá e giudicata in- costituzionale dai giuristi - vuole invece porre sotto il controllo del Congresso nazionale (e dunque della Bancada ruralista ) la de- marcazione delle terre indigene, finora garantita dalla Costitu- zione. Non si saprà mai quanti mori- rono. Superata questa fase, ben presto la strada, incompleta, fu ri- succhiata dalla foresta. Nel frat- tempo io avevo dovuto abbando- nare le mie ricerche e dedicarmi quasi esclusivamente alla medi- cina per cercare di salvare la vita almeno a quelli che erano più vi- cini a me». ALLA FINE È SEMPRE LA LEGGE DEI BIANCHI Fratel Carlo parla degli indigeni come fossero la sua famiglia. E certamente lo sono, ieri come oggi, quando essi sono oggetto di attacchi ancora più vergognosi del passato in quanto provenienti da rappresentanti del Congresso nazionale (aderenti alla potente Bancada ruralista, la quale spesso trova appoggio nella Bancada evangelica), intenti a svuotare la portata del Capitolo VIII («Degli indios») della Costi- tuzione del 1988. «Sono ricono- sciuti agli indios - recita l’arti- colo 231 - la loro organizzazione sociale, i costumi, le lingue, cre- denze e tradizioni, e i diritti ori- ginari sulle terre che occupano tradizionalmente, spettando al- l’Unione la loro demarcazione, la protezione e il rispetto di tutti i loro beni». I congressisti giocano su un terreno favorevole. Oggi una parte importante dei brasi- liani malsopporta gli indigeni. «Cosa sono oggi, per il Brasile, questi popoli? La prima impres- sione è che loro siano di intral- cio. Scomodi. O peggio. Per molti “patrioti” essi sono un disonore: “Come si può ammettere - di- cono - che esistano ancora oggi dei ‘selvaggi’ nel nostro paese che sta primeggiando tra le grandi economie mondiali?”». Fino al 10 luglio 2013, la presi- dente Dilma non aveva mai rice- vuto i rappresentanti dei popoli indigeni. Le foto dell’incontro, L A CRONOLOGIA 1910 Nasce il Servizio di prote- zione degli indigeni («Ser- viço de Proteção aos Índios», Spi). 1967 Il ministro dell’Interno bra- siliano commissiona al pro- curatore generale Jader de Figueiredo Correia un’indagine sulla condizione indigena in Brasile. Il rapporto diventa la prova storica del genocidio perpe- trato ai danni degli indigeni. 1967 Lo Spi viene sostituito dalla Fondazione nazionale per l’indio («Fundação Nacional do Índio», Funai). 1973 Viene promulgato lo Statuto dell’indio («Estatuto do Ín- dio», legge 6.001). 1988 Viene promulgata la nuova Costituzione brasiliana. In essa il Capitolo VIII è dedicato ai po- poli indigeni. Il cuore è l’articolo 231. 2002 Il 19 giugno viene final- mente ratificata dal parla- mento brasiliano la Convenzione 169 dell’Oil sui popoli indigeni. 2007 Il presidente Lula vara il «Programa de Aceleração do Crescimento» (Pac), che diverrà presto una grandeminaccia per le terre indigene. 2012 Ottobre. Viene promulgato il nuovo Codice forestale («novo Código Florestal»), un grosso regalo ai latifondisti e all’agrobusi- ness, nonostante alcuni veti posti dalla presidente Dilma Rousseff. - Marzo. La Oil denuncia il Brasile per aver violato l’Accordo 169 non consul- tando gli indigeni del Rio Xingú, per i lavori dellamegacentrale di Belo Monte. - Novembre. Il deputato (e latifondista) Homero Alves Pereira presenta il Plp 227 per regolamentare in senso anti-in- digeno il comma 6 dell’articolo 231 della Costituzione federale. 2013 Maggio. Laministra Gleisi Hoffmann (Casa Civil) chiede al ministero della Giustizia di sospendere gli studi della Funai sulla demarcazione delle terre indigene nel Paraná. La presidente incontra la se- natrice Kátia Abreu, leader degli im- prenditori agricoli. - Maggio/giugno. Arriva alla Camera la Proposta di revisione costituzionale (Pec) 215/2000 in chiave antindigena. - 10 luglio. La presidente incontra i rappresentanti dei popoli indigeni. - 23-25 agosto. Ad Ater do Chao (San- tarém, Pará), si svolge l’incontro dei «popoli indigeni resistenti». - 30 settembre - 5 ottobre. L’associa- zione dei popoli indigeni del Brasile (Apib) prevedemobilitazioni contro i ripetuti attacchi ai diritti indigeni. (pa.mo .) © Carlo Zacquini 22 MC OTTOBRE 2013

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