Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

sono naturalmente presenti e con molto altro ancora nel latte ma- terno, che fa molto di più, ma questo non è detto dalla pubbli- cità, anche se attualmente sulle confezioni deve essere scritto che, laddove è possibile, è da pre- ferirsi l’allattamento al seno. C’è inoltre un nutrito mercato di pro- dotti per aumentare la quantità di latte materno e migliorarne la qualità. Apparentemente si tratta di prodotti favorevoli all’allatta- mento al seno, ma in realtà insi- nuano nella mamma il dubbio che il suo latte non sia più in grado di nutrire al meglio il bam- bino, inducendola a passare più o meno rapidamente al latte artifi- ciale. Le violazioni al Codice si ri- levano molto spesso anche nei punti vendita, dove facilmente si trovano sconti, promozioni, regali omaggio per i vari tipi di latte, ol- tre che su biberon e tettarelle. Quando tali promozioni riguar- dano il latte di tipo 1 non solo è violato il Codice, ma anche la legge italiana 3 . Il decreto in que- stione proibisce la pubblicità e la promozione del latte per lattanti, cioè il tipo 1 e ne vieta l’offerta di campioni o qualsiasi altro espe- diente promozionale, che possa indurre a passare dall’allatta- mento al seno a quello artificiale. In realtà spesso gli sconti e le promozioni riguardano proprio questo tipo di latte. Nel caso ca- pitasse di osservare queste e al- tre infrazioni è possibile e dove- roso fare una segnalazione all’Ib- fan, oppure ai Nas («Nucleo anti- sofisticazioni e sanità» dei cara- binieri). I l mestiere del genitore è il più difficile del mondo dato che i bimbi nascono senza il libretto d’istruzioni . Un’informazione alternativa al battage pubblicita- rio è fondamentale per i genitori, i quali innanzitutto non dovrebbero mai dimenticare che la natura ci ha ampiamente forniti di quanto serve per allevare i nostri piccoli e sono rari i casi in cui non sia pos- sibile farvi ricorso. Rosanna Novara Topino pratica è proibita in Italia) e di prodotti per l’igiene del piccolo, riviste per genitori piene di pub- blicità, libri ricchi di consigli e ri- cette per lo svezzamento, ma che di solito presentano al fondo sva- riate pagine pubblicitarie, qual- che pannolino, un succhiotto, tal- volta un diario su cui annotare tutti gli eventi della giornata del piccolo. Tra le prede più ambite dai produttori ci sono gli opera- tori sanitari, perché è chiaro che un tipo di latte consigliato da un medico, da un’ostetrica o il cui nome sia scritto (come prodotto consigliato al momento del biso- gno) nel libretto della salute del bambino che viene consegnato ai genitori al momento della dimis- sione dall’ospedale vale ben più di tante pubblicità su riviste o in televisione. Oltre a fornire gli operatori sanitari di gadget di ogni tipo (penne, ricettari, calen- dari, blocchetti per appunti, ma- teriale illustrativo, ecc.) recanti il logo del produttore, spesso le aziende produttrici sponsoriz- zano convegni, pagano iscrizioni ai congressi e permanenze in lussuosi alberghi in amene loca- lità turistiche, per pediatri ed altri specialisti del settore. Come mi- nimo ci si deve aspettare che le prescrizioni ed i consigli degli specialisti alle neomamme siano oltremodo favorevoli per tali aziende. Poiché la legge italiana proibisce la pubblicità del latte in formula per neonati, cioè del tipo 1, una strategia utilizzata dai pro- duttori è quella di vendere i latti di proseguimento con la stessa confezione del tipo 1 (cambian- done magari solo il colore), in modo da farne comunque pubbli- cità (rischiando però di generare pericolose confusioni in un acqui- rente distratto). I tipi di latte arti- ficiale variano infatti per compo- sizione: i latti a mezza crema, per i primi 3 mesi contengono 10-12 gr. di grassi per 100 gr. di polvere, mentre quelli interi, da usare dopo il terzo mese, contengono 16-28 gr. di grassi. Altra strategia di mercato è quella di evidenziare in etichetta che il latte in que- stione è addizionato di prebiotici, probiotici, acidi grassi omega3, vitamine, ecc., magnificandone le capacità di favorire lo sviluppo cerebrale, di migliorare la vista e quant’altro. Tali caratteristiche AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 79 MC RUBRICHE Le direttive internazionali P er mamme e neonati l’Assem- bleamondiale della sanità del 18 maggio 2002 ha approvato una strategia riassunta in alcune diret- tive e raccomandazioni. • Tutti i governi dovrebbero svilup- pare e attuare una politica com- prensiva per l’alimentazione dei neonati e dei bambini nel contesto di politiche nazionali per la nutri- zione, per la salute dei bambini e delle donne in età fertile e per la ri- duzione della povertà. • Tutte le madri dovrebbero avere accesso a un sostegno qualificato per iniziare e mantenere l’allatta- mento esclusivo per 6 mesi e per un’introduzione opportuna di cibi complementari adeguati e sicuri con un allattamento che continua fino a due anni e oltre. • Gli operatori sanitari andrebbero messi in condizione di offrire coun- selling efficace sull’alimentazione e questi servizi andrebbero estesi nelle comunità tramite counsellor laici qualificati oppure peer coun- sellor (aiuto damamma amamma). • I governi dovrebbero controllare i progressi fatti nell’attuazione del «Codice internazionale sulla com- mercializzazione dei sostituti del latte materno» e dovrebbero pren- dere in considerazione legislazioni nuove o misure aggiuntive per pro- teggere le famiglie da pressioni commerciali avverse. • I governi dovrebbero emanare un’appropriata legislazione che protegga il diritto all’allattamento al seno delle donne lavoratrici e sta- bilire misure per la sua applica- zione in conformità con gli stan- dard internazionali di lavoro. • Per permettere alle madri di allat- tare inmaniera esclusiva per 6 mesi l’Oms e l’Unicef raccomandano di: - iniziare ad allattare entro la prima ora dopo il parto; - allattare in maniera esclusiva - il bambino deve ricevere solo latte materno, senza altri cibi o be- vande, neanche acqua; - allattare a richiesta, cioè tutte le volte che il bambino lo richiede di giorno e di notte; - non utilizzare biberon, tettarelle o succhiotti. N OTE 1 - Si tratta del Dl 84/2011. 2 - Sono i decreti legislativi 46 del 2005 e 82 del 2009. 3 - Dm 500/94 art. 7 e successive modifiche.

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