Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

C otonou . Il risveglio è stato doloroso, il digiuno un po’ pesante e le due notti nel reparto dell’ospedale non proprio piacevoli, ma è con un sorriso raggiante che la piccola Mael ora cammina, la mano stretta a quella della sua mamma, Juanita, lungo il viale in terra battuta che conduce al can- cello d’uscita del Centro ospeda- liero universitario (Chu) di Coto- nou, la capitale del Benin. Nel parcheggio gremito di motorini, uno dei mezzi di trasporto più usati in questa metropoli di oltre un milione di abitanti, Mael sale sullo scooter che la riporterà a casa, fasciata e legata dietro la schiena della madre. Ancora qualche giorno di dieta semi li- quida, una cicatrice nel palato che velocemente si riassorbirà, e l’incubo vissuto nei suoi primi quattro anni di vita sarà per sem- pre dimenticato. D’ora in poi Mael potrà mangiare e bere senza ri- schiare il soffocamento a ogni pa- sto e con un po’ di pratica recupe- rare il ritardo accumulato per giocare e imparare insieme ai bambini della sua età. E forse, essendo ancora giovane, potrà correggere quel timbro nasale che segna a vita le persone af- fette da palatoschisi, ossia l’aper- tura del palato. Mael fa parte dei 62 bambini be- BENIN Testo e foto di CÉLINE CAMOIN IL DIRITTO ALLA SALUTE PER TUTTI È ANCORA LONTANO UN SORRISO PER LA VITA In alcuni paesi sono ancora molto diffusi il «labbro leporino» e al- tre patologie collegate. Le strutture locali hanno ancora difficoltà a risolverlo. Così è nata un’associa- zione di volontari che operano i bambini e formano personale sanitario locale. Li abbiamo seguiti in una loro missione.

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