Missioni Consolata - Giugno 2013

GIUGNO 2013 amico 75 l’evento di Cana: «Egli manife- stò la sua gloria e i suoi disce- poli credettero in lui» (1,12). La connessione tra «credere» e «andare-venire» diventa chiara in 6,35: «Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete». Coloro che vanno a lui e lo accettano per ciò che egli veramente è, pos- sono sfamarsi e dissetarsi. ASCOLTARE Un cammino genuino di fede ri- chiede non solo un ascolto esterno della voce e delle pa- role di Gesù, ma un’apertura in- teriore e una pronta obbe- dienza (cf. 5,24; 6,45; 8,43.47; 18,37). È interessante notare la reazione dei concittadini della Samaritana. Essi subito «credet- tero sulle parole della donna» (4,39), ma avevano bisogno di un’esperienza personale e così, dopo essere rimasti due giorni con Gesù, «credettero a causa della sua parola» (4,41). Qui la parola è il veicolo per la fede dei Samaritani. Tuttavia, dob- biamo notare che non sempre l’ascolto conduce alla fede. In- fatti Gesù, rispondendo ai Giu- dei, dice loro: «Chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna» (5,24). La fede può ger- mogliare solamente se l’ascolto della parola è un ascolto inte- riore, come Gesù sottolinea quando rimprovera i Giudei: «Voi non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato» (5,38). Bisogna la- sciare che la parola del Signore penetri in noi e poi che continui a risuonare nei nostri cuori. FEDE: FONDAMENTO DI UNA NUOVA ESISTENZA Non vi è dubbio che Cristo sfidi i suoi ascoltatori a prendere una decisione esistenziale: o con Lui o contro. Questa deci- sione è l’atto di fede: «Dio ha dato il suo Figlio perché chiun- que crede in lui possa avere la vita eterna» (3,16). L’atto di fede è esistenziale nel senso che comporta un passaggio da un’esistenza ad un’altra. Que- sto diventa molto chiaro se consideriamo la reazione degli oppositori di Gesù. Nel Van- gelo si nota che «la loro li- bertà» non è altro che «schia- vitù» (8,33); la loro «luce» è quella dei ciechi (9,37-40); la loro «verità» è «menzogna»; la loro «fedeltà», «prostituzione»; la loro «santità», «peccato» (8,24.34.41). In altre parole, la loro esistenza è un alletta- mento perpetrato dal «padre della menzogna» (8,44). La fede dei discepoli soffrirà una prova tremenda durante la passione del maestro. È il tempo in cui il «principe di que- sto mondo» riceve il potere su tutto, ma non su Gesù (13,27.30; 14,30). Il rinnega- mento di Pietro e la fuga dei dodici vanno letti in questa li- nea. Come un piccolo gregge sono dispersi (16,32). Lo stesso Gesù nei suoi discorsi d’addio guida i discepoli attraverso il tempo della prova e indica un nuovo futuro di fede guidato dallo Spirito Santo. La luce della risurrezione conferirà loro nuovo potere abilitandoli a un’incondizionata testimo- nianza del Cristo. L’atto di fede deve essere un’opzione decisiva per Cristo e un incondizionato impegno per lui. Con la fede si decide di stare dalla parte della verità, della luce e della vita eterna. L’atto di fede crea una separa- zione netta tra i credenti e il «mondo». Il mondo, preso nel senso peggiorativo, non ricono- sce la rivelazione di Cristo. Ri- fiuta di accettare la testimo- nianza di colui che «ha visto ed ascoltato» (3,11.32; 8,13); ri- fiuta di accogliere colui che «viene nel nome del Padre». La fede richiede una nuova crea- zione, una nuova nascita, che saranno operate dall’azione dello Spirito Santo. Essa ri- chiede inoltre che si abbandoni completamente la fiducia in se stessi e ci si affidi totalmente e incondizionatamente alle pa- role del Cristo e alla sua per- sona. Solo in questo modo si può diventare sorgenti di ac- qua zampillante per dissetare sia il nostro spirito sia lo spirito di coloro che ci incontrano. Antonio Magnante Andrea Mantegna, lamento sul cristo morto , dettaglio © celpentecost vitanuovavegni.altervista.org AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT

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