Missioni Consolata - Giugno 2013

40 MC GIUGNO 2013 Dappertutto l’opinione pubblica fu sconvolta dalle ri- velazioni dell’ampiezza di tale traffico di schiavi nel- l’Africa Centrale. Le autorità politiche presero an- ch’esse coscienza del problema e Lavigerie fece del suo meglio per provocare le loro prese di posizione ufficiali; fece perfino diversi passi diplomatici o addi- rittura militari, per porre fine alla tratta schiavista, specialmente sulla costa dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso. Le reazioni furono però differenti, secondo gli inte- ressi degli Stati interessati. In Inghilterra ci fu grande sostegno, perché il paese era ben coscientiz- zato da molto tempo su tale problema. In Belgio re Leopoldo temeva ingerenze nel suo territorio del Congo e Lavigerie dovette tenerne conto nelle sue differenti conferenze. Tuttavia, dappertutto l’opi- nione pubblica approvava e sosteneva la sua campa- gna; e in questo senso, si può dire che la campagna riportava già un grande successo. COMITATI DI SOSTEGNO E INCONTRI INTERNAZIONALI In questo programma, il cardinale aveva previsto la creazione di comitati di solidarietà su base nazionale e locale. Vari comitati furono fondati nei paesi da lui visitati. In altri paesi dove non poté andare, allacciò contatti, inviò lettere e sostenne la creazione di gruppi di benefattori. In questo modo egli ebbe con- tatti in Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Austria, Spagna e Portogallo. Egli volle estendere il problema ancora più lontano: chiese un congresso internazio- nale, dove i governi si sarebbero impegnati a cancel- lare la tratta degli schiavi in Africa. Dopo vari tenta- tivi infruttuosi, questa proposta fu finalmente realiz- zata dal raduno di un congresso internazionale a Bruxelles nel novembre 1889. Sedici potenze erano rappresentate e il lavoro continuò per molti mesi. Ma non finì ufficialmente che nel luglio 1890. Lavigerie non era presente, ma il suo nome fu frequentemente citato ed egli stesso si dichiarò felice dei risultati, specialmente per la decisione di allestire pattuglia- menti marini lungo le coste orientali del continente. Tuttavia egli stesso volle organizzare, sotto la sua personale supervisione, una nuova convenzione com- prendente tutte le rappresentanze dei Comitati anti- schiavismo. Tale congresso ebbe luogo a Parigi in settembre 1890 e anche in tale occasione si poté am- mirare il talento organizzativo e la forte personalità del cardinale che giocò un ruolo importante nel con- solidare le iniziative già prese e nell’assicurare un migliore coordinamento tra i progetti. Dopo una visita a Roma, dove rese conto al papa della campagna, ormai consumato da mesi di enormi sforzi, Lavigerie ritornò alla sua diocesi ad Algeri, nell’autunno di quello stesso anno 1890. L’ampiezza di tale campagna e la sua ammirabile organizzazione hanno senza dubbio fatto fare grandi passi a favore della soluzione del problena dello schiavismo. Lo af- fermò lo stesso Lavigerie nella sua prima conferenza pubblica: un grande grido si è fatto sentire. Grido d’indignazione lanciato dal vecchio cardinale sia in nome dell’umanità che in nome del Vangelo. © LPTL/Wikimedia Commons © L’Osservatore Romano/ A Mari OSSIER Qui a sinistra : isola di Goré (Senegal), 1992. Il Papa Giovanni Paolo II si sofferma presso «la porta senza ritorno» della casa degli schiavi, domandando perdono per la tratta perpetrata dalle nazioni cristiane. Sopra : conferenza del Cardinal Lavigerie nella chiesa di Santo Stefano a Milano. Pagina accanto : gruppo di schiavi liberati con i Padri Bianchi a Malta.

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