Missioni Consolata - Giugno 2013

OSSIER © AMC/ B Bellesi Conosceva l’ampiezza delle razzie, le rotte delle caro- vane di schiavisti tra i laghi del centro e la costa del- l’Oceano Indiano. Conosceva pure le sofferenze inim- maginabili degli schiavi durante queste lunghe marce forzate e il cinismo dei trafficanti. A più riprese, dal- l’inizio degli anni ’80, Lavigerie cercò in varie occa- sioni di far intervenire l’una o l’altra delle maggiori potenze europee, specialmente la Gran Bretagna, e perfino la Santa Sede, ma senza alcun risultato. Nel 1888 si presentò un’altra opportunità per interve- nire di nuovo: il Brasile annunciò che avrebbe defini- tivamente abolito la schiavitù nel suo territorio e il papa Leone XIII decise di pubblicare un’enciclica per approvare tale decisione. Immediatamente il cardi- nale Lavigerie gli chiese di menzionare il dramma che l’Africa continuava a vivere in quel momento e il Papa accondiscese. Al tempo stesso, nel mese di maggio di quell’anno 1888, si stavano preparando grandi festeggiamenti a Roma per celebrare il giubileo d’oro sacerdotale di Leone XIII; Lavigerie sollevò di nuovo il problema: si recò a congratularsi con il Santo Padre accompa- gnato da un gruppo di giovani neri cristiani e parlò di nuovo in udienza pubblica e privata a favore delle vit- time dello schiavismo nel continente africano. Leone XIII, grandemente impressionato, pensò che si do- vesse intervenire più apertamente e gli disse: «Noi contiamo su di voi, signor cardinale, per il successo di tale impresa». Questa risposta del Papa ebbe per Lavigerie immediatamente il valore di una missione da compiere, e fu così che prese l’impegno di organiz- zare una massiccia campagna antischiavista e ne in- coraggiò lo sviluppo su più vasta scala possibile. GUADAGNARE L’OPINIONE PUBBLICA Immediatamente Lavigerie escogitò un piano d’a- zione su tre fronti: una vasta copertura geografica attraverso l’Europa; interventi per attrarre il grande pubblico mediante conferenze, articoli di stampa e altri metodi; e infine la messa in moto di una rete di associazioni nazionali e locali destinate a mantenere alto l’interesse dei benefattori e sostenere altre atti- vità concrete. Proprio in ciò che riguarda le azioni pratiche Lavige- rie pensò inizialmente di riprendere un progetto da lui concepito alcuni anni prima: il progetto di for- mare una milizia di laici armati, che avrebbe protetto i centri di rifugio per schiavi fuggiti o affrancati e che potesse intervenire in altre aree secondo le circo- stanze. Bisogna dire subito che tale progetto non andò mai in porto, principalmente a causa della mar- cata riluttanza dei poteri coloniali stabilitisi nel con- tinente africano. La prima manifestazione di questo vasto programma ebbe luogo a Parigi con una conferenza pubblica te- nuta il 1° luglio 1888 nella chiesa di San Sulpicio. Dopo una lunga descrizione delle sofferenze sub- ite dagli schiavi, Lavigerie fece appello alla ge- nerosità della gente sollecitando donazioni e ai giovani perché avessero il coraggio di ar- ruolarsi per andare a difendere e proteg- gere quelle vittime. Accanto : Ouida (Benin) la «porta del non ritorno», monumento a ricordo della schiavitù. Sopra : scena che riproduce il trattamento degli schiavi. Qui sotto : monumento presso la chiesa anglicana di Zanzibar (Tanzania), costruito nel luogo dove sorgeva il mercato degli schiavi. © LPTL/Wikimedia Commons

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