Missioni Consolata - Aprile 2013

un venditore abusivo di cd. Salvador è, allo stesso tempo, bella e intrigante, brutta e vio- lenta. Piena di storia e di cultura, ma ancora arretrata, problema- tica e recettrice di marginalità e disagio. È l’emblema di tutta la splendida Bahia, lo stato nero del Brasile da cui è impossibile non venire ammaliati. L’INVASIONE DEI «GRINGOS» Come Iyami-Ajé / Iyami Oxo- rongá (nella mitologia orixás , fi- gura femminile donatrice di vita e di morte), la Bahia è creatrice, ma anche distruttrice. Come in tutto il paese, ricchezza e po- vertà, cultura e ignoranza, lusso e miseria, convivono in un unico luogo, con contrasti enormi e ag- gressivi, a distanza di pochi me- tri l’uno dall’altro. Lungo il Litorale di Salvador e di Mata de São João, fin quasi al confine con lo stato del Sergipe, umili villaggi di pescatori si sono trasformati in meno di dieci anni in cittadine artificiali per ricchi epuloni brasiliani e stranieri, che hanno investito in immobili, fa- cendo salire alle stelle il prezzo dei terreni, delle costruzioni e degli affitti. I nativos (popola- zione locale), come vengono chiamati dai gringos con un mal- celato disprezzo, sono stati rele- gati, per scelta o per necessità, in altri villaggi adiacenti meno glamour e benestanti, o in vie fa- tiscenti e sporchissime in zone meno visibili e transitate dai turi- sti. È il caso, emblematico, della famosa e frequentata (affollata) Praia do Forte, che in un decen- nio è passata da umile borgo di pescatori e raccoglitori di cocchi a città dai tanti e lussuosi condo- minios fechados (condomini chiusi) e centro commerciale a cielo aperto. La popolazione lo- cale, discendente degli schiavi neri deportati dall’Africa con le tratte secolari, ha in gran parte venduto terreni e casette ai fore- stieri, che ne hanno fatto negozi, ristoranti e abitazioni per milio- nari, oppure li ha ceduti in affitto a prezzi altissimi. Il boom edilizio di tutta l’area co- stiera e le ondate di turismo hanno portato benessere anche agli autoctoni, ma ciò non è stato accompagnato da sviluppo umano, educazione scolastica e servizi medico-sanitari, con il ri- sultato di produrre un ulteriore disagio sociale, un abuso di alco- lici e sostanze stupefacenti, abi- tudini sessuali precoci con con- seguenti maternità nel periodo adolescenziale. A tutto questo si sovrappone, come causa-effetto, una ge- stione pubblica deficitaria e in- differente ai bisogni reali della popolazione di tutto lo stato, e un’organizzazione della politica che ricorda ancora i tempi dei la- tifondisti e dei fazendeiros , e dove domina corruzione, voto di scambio e vuote promesse. La scuola pubblica è totalmente inadeguata a qualsiasi standard dignitoso. La sanità è una sorta di «emergenza» perenne mai trasformata in medicina specia- listica o diagnostica. Chi ha soldi si fa curare, chi non ne ha s’ar- rangia e può sperare che la me- dicina tradizionale, con le sue mille erbe e radici, possa fare miracoli anche con i virus portati dai turisti. La famiglia è un concetto dalla difficile definizione: le ragazzine più povere e con scarsa scolariz- BRASILE 58 MC APRILE 2013 zazione iniziano a far figli a 12-14 anni, e non poche a 30 si ritro- vano già nonne e con diversi ma- trimoni alle spalle. CATTOLICA E AFRICANA In un afoso pomeriggio di feb- braio, poco prima che il Carne- vale renda inaccessibili le già en- garrafadas (imbottigliate) strade di Salvador, e il suo caotico cen- tro storico, a Garcia, nella sede dell’Arcidiocesi, incontriamo il vescovo ausiliario, il simpatico e attivissimo dom Giovanni Crippa, italiano e missionario della Con- solata. Dom Giovanni, cosa vuol dire essere vescovo in Bahia? «L’Arcidiocesi di São Salvador da Bahia è la prima diocesi del Bra- sile (1551). I suoi numeri sono importanti ( vedi box, cfr ). L’arci- vescovo, dom Murilo Sebastião Ramos Krieger, conta su due Ve- scovi Ausiliari: dom Gilson An- drade da Silva e il sottoscritto. Un terzo, dom Gregorio Paixão, è stato recentemente nominato vescovo di Petrópolis. È una realtà che devo ancora im- parare a conoscere, ma che già amo e cerco di servire. La grande sfida è mantenere viva l’azione della Chiesa in un terri- torio così esteso e con una popo- # A destra : veduta di una favela di Salvador. ©Paolo Moiola

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