Missioni Consolata - Aprile 2013

I n tutta Europa, nel 1241, risuonava il grido «la cristianità è in pericolo», quando il generale mongolo Batu, invasa l’Ungheria, distrutta Za- gabria, saccheggiata Spalato, si affacciava sulle sponde dell’Adriatico, mentre l’ala destra del suo esercito marciava su Vienna. In pochi anni, Gengis Khan (1162-1227) e i suoi quat- tro figli avevano costruito l’impero più vasto della storia, dalla Corea alla Polonia, dal Mar Giallo al Golfo Persico, passando per l’Asia centrale e le val- late dell’Indo. Il passaggio dei mongoli (o tartari) se- minava dappertutto terrore e morte: città ridotte a cumuli di macerie; abitanti sgozzati come capre o de- portati come schiavi. La stessa sorte era toccata a molti cristiani russi, polacchi, ungheresi. Contro il pericolo giallo papa Gregorio IX invocava invano una crociata: l’imperatore Federico II era in rotta di collisione col pontefice; i principi cristiani in totale anarchia. Non restava che sperare nella prov- videnza. E infatti, alla fine del 1241, l’improvvisa scomparsa di Ogodei Khan, successore di Gengis Khan bloccò l’avanzata mongola, poiché principi e generali dovettero precipitarsi a Karakorum, la capi- tale dei mongoli per eleggere il nuovo sovrano. Ben presto l’impero si divise in quattro regni o khanati, che nel tempo acquistarono sempre maggiore autonomia. MISSIONE DIPLOMATICA Al concilio di Lione (1245), la « sevitia Tartarorum » fu considerata tra i cinque principali dolori che afflig- gevano la Chiesa, per cui il « remedium contra tarta- ros » fu posto subito all’ordine del giorno. Scartata l’i- dea di una crociata, papa Innocenzo IV vide nell’e- spansione dei Mongoli una nuova sfida missionaria e inviò un’ambasceria, con lo scopo di convertirli al cri- stianesimo o averli almeno alleati contro i musul- mani per liberare la Terra Santa. La legazione fu affi- data al francescano Giovanni da Pian di Carpine. «Uomo familiare e spirituale, letterato e grande pro- locutore», come lo definisce Salimbene da Parma, impegnato per vari anni nel diffondere l’ordine fran- cescano nell’Europa centrale e settentrionale, fra’ Giovanni aveva sviluppato notevoli capacità diploma- tiche e temprato fisico e carattere alle situazioni più impensabili: per papa Innocenzo IV era la persona ideale per guidare un’ambasciata al gran khan dei Mongoli. Partito da Lione il 16 aprile 1245, in compagnia di Stefano di Boemia e più tardi di Benedetto di Polonia in qualità di interprete di lingue slave, il messo ponti- ficio raggiunse la Polonia e proseguì per Kiev, dove Stefano di Boemia si ammalò e dovette in- terrompere il viaggio. Grazie all’aiuto di prin- cipi russi, che procurarono loro dei cavalli MC PICCOLA MA VIVACE 1245-1368: MISSIONI E MISSIONARI TRA I MONGOLI PERICOLO GIALLO DI B ENEDETTO B ELLESI L’espansione dell’impero mongolo, inglobando quasi tutto il continente asiatico e parte dell’Europa orientale, nel XIII e XIV secolo, dapprima provocò spavento nella cristianità, poi si rivelò occasione provvidenziale, garantendo sicurezza e stabilità eco- nomica ai missionari e commercianti che raggiunsero le capitali imperiali. Purtroppo l’evangelizzazione fu faticosa e poi stroncata nel momento di maggior successo. © The Gardian.Uk 2006 Temuujin, passato alla storia come Gengis Khan, il più grande conqui- statore di tutti i tempi, in una scena del film Mongol , di Sergei Bodrov. Pagina accanto : la Consolata con li- neameti mongoli (Enkh Tuvshine).

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