Missioni Consolata - Aprile 2013

PROGRAMMI SANITARI POVERISSIMI Il Ccm (Comitato Collaborazione Medica, vedi riquadro), proprio sulla base della sua esperienza di lavoro in Sudan e della consa- pevolezza che la povertà soprav- vivrà di certo per molti decenni, ritiene che si debba prendere coscienza della necessità di un progetto nuovo che inventi una medicina diversa, applicabile anche agli ambienti più arre- trati. Non la medicina a tecnolo- gia sofisticata, «neocoloniale», che crea dipendenza dai paesi ricchi, ma quella a tecnologia povera, a misura d’uomo, che in virtù della sua semplicità di uso può essere adoperata da molti. Una medicina che sia scambio di culture e di conoscenze diverse. Inventare una medicina che trovi una sua dignità nel servizio alle comunità, nell’essere esercitata dalla sua gente senza istru- zione. È chiaro che lo sviluppo di questi popoli non passa attraverso l’i- mitazione di modelli occidentali, APRILE 2013 MC 29 MC ARTICOLI sere prioritario, non secondario agli interventi economici. In quanto strumento di lotta alla povertà, può salvare milioni di vite umane, indurre di per sé svi- luppo economico e promuovere sicurezza globale, ma la comu- nità internazionale deve investire molto di più. La cooperazione in- ternazionale con i paesi poveri non è un dono munifico dei paesi sviluppati, bensì un loro dovere preciso sancito dalla legisla- zione internazionale e ratificato dai membri delle Nazioni Unite. B IOGRAFIA UNA STORIA ESEMPLARE Dal primo viaggio di conoscenza in Africa nel 1969, all’ultimo, a Bunagok, Sud Sudan, giugno 2012. Quarantatre splendidi anni al servizio dei più poveri. Chi era Giuseppe Meo. N ato nel 1938, laureatosi a Torino nel 1962, e poi specializzatosi in chirurgia d’urgenza e toracica, fondò nel 1968 con un gruppo di amici e colleghi il Comitato Collaborazione Medica (Ccm) di Torino, Ong dedicata allo sviluppo sanitario. Dopo il suo primo periodo di lavoro medico in un ospe- dale rurale in Kenya negli anni 1970-1972 con la moglie Carla e i figli Alberto, Antonella e Daniela, la pratica della medicina e della chirurgia in Africa divenne il mo- tivo profondo della sua vita. Fece numerose missioni chirurgiche in diversi paesi, Sud Sudan, Uganda, Mozambico, Etiopia, accanto al la- voro come chirurgo nell’ospedale di Cuneo in Italia, da cui si dimise nel 2000 per dedicarsi completamente al- l’attività nel Ccm. Grazie al prof. Meo l’Ong cominciò la sua attività in Sud Sudan nel 1984, nella città di Wau nello Health Training Institute, e dal 1991, a seguito di una richiesta del Splm ( Sudan people liberation mouve- ment ), nelle zone liberate del Sud Sudan durante la guerra, fondando e costruendo, insieme alle comunità locali e alle autorità Splm gli ospedali rurali e i centri di salute di Yirol, Billing, Adior, Turalei, Bunagok, rico- struendo e rimettendo in attività l’ospedale di Rumbek dopo la distruzione della guerra e facendo numerose missioni chirurgiche in aree remote. Il prof. Meo con il Ccm è stato accanto al popolo sudanese in tutti gli anni di guerra. Durante una di queste missioni nel 1995 fu catturato dall’esercito governativo del Sudan in Upper Nile e tenuto prigioniero per 55 giorni. N el corso degli anni il destino del prof. Meo (chia- mato Mayodit in Sud Sudan) si è fuso con il de- stino del popolo sud sudanese. Il motivo domi- nante della sua incessante attività, in Sud Sudan e in Italia, è stato «portare le cure chirurgiche a quelli che ne hanno più bisogno, i poveri e le comunità rurali, an- che nelle condizioni più difficili». I tre principi operativi a cui si è ispirato il suo lavoro sono stati costantemente: la partecipazione della gente, della comunità locale; la formazione e la crescita del personale locale; la tecnologia appropriata, perché le ri- sorse sono poche e bisogna sfruttarle nel modo più effi- cace ed economico. Con questi principi il prof. Meo ha dato un grande contributo a estendere la chirurgia di base in aree molto remote, fino ad allora mai servite. Ha anche dato dignità scientifica a questo lavoro, pre- sentandolo in convegni e riviste mediche internazionali, rendendolo noto alla comunità chirurgica internazio- nale. Era orgoglioso, negli ultimi mesi, di aver contri- buito al Southern Sudan Medical Journal , e la morte l’ha colto mentre aveva progetti di estendere questa preziosa collaborazione. Il popolo sudanese, insieme al Ccm, perde un grande amico e compagno di viaggio. Il prof. Meo ci lascia con la sua vita e la sua attività un forte messaggio: si può lavo- rare con buoni risultati anche nelle condizioni più diffi- cili, se si rispetta la dignità di ogni uomo. Francesco Torta IL LIBRO «Africa Malata. Memorie di chirurgia povera in Sudan». L’Harmattan Italia, 2010, pagg. 296, € 35. Il libro può essere acqui- stato presso il Ccm, per info: tel. 011.6602793 www.ccm-italia.org. Da questa pubblicazione sono stati tratti i brani usati in questo articolo.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=