Missioni Consolata - Aprile 2013

INFILTRATI O RIFUGIATI? Ci sono in Israele circa 60mila ri- fugiati africani, di cui circa 40mila sono eritrei, altri 15mila vengono dal Sudan, metà dei quali sono cristiani provenienti dal Sud Sudan mentre l’altra metà arriva dal Darfur e sono musulmani. Fino alla scorsa pri- mavera c’erano circa 2mila per- sone originarie della Costa d’A- vorio, ma negli ultimi mesi sono state in gran parte deportate. Al momento le autorità stanno cercando di fare rimpatriare an- che parte dei rifugiati fuggiti dal Sud Sudan. Le espressioni usate per definire i richiedenti asilo po- litico sono al centro di una cam- pagna condotta dal governo israeliano: non vengono chiamati rifugiati, ma infiltrati, quasi a ri- chiamare il termine utilizzato per gli attentatori palestinesi durante la seconda intifada. Il governo non parla di deportazioni, ter- mine troppo simile a quello usato in Europa negli anni ’30 e ’40, ma di rimpatri volontari «anche se in molti - racconta Oscar - sanno che tornando nei loro paesi d’ori- gine troveranno i loro aguzzini ad aspettarli». L’Ong Human Rights Watch ha accusato il governo israeliano di contribuire a creare un’atmo- sfera negativa nei confronti dei migranti. Secondo il sondaggio pubblicato a inizio novembre dal quotidiano Israel Hayom , sembra che la strategia abbia funzionato: il 52% degli israeliani non vor- rebbero come vicino di casa un lavoratore straniero. Nell’ultimo anno ci sono state molte manife- stazioni contro i migranti africani organizzate da vari movimenti di destra sia a Tel Aviv che a Geru- salemme. In una di queste marce Michael Ben Ari, un parlamen- tare israeliano, ha incitato la folla urlando: «Io lo so, sono venuti per distruggere il paese». Du- rante l’ultima estate si sono regi- strati attacchi fisici almeno una volta alla settimana. Persino un asilo nido, frequentato per la maggioranza da bambini eritrei, è stato dato alle fiamme. APRILE 2013 MC 19 MC ARTICOLI Israele non c’è un sistema fer- roviario efficiente, gran parte della popolazione si muove con moderni bus verdi. I prezzi sono bassi e le rotte coprono tutto il paese. Come in ogni grande centro urbano il quartiere ac- canto alla stazione è uno dei più degradati della città: case fati- scenti, pochi servizi e ancor meno sicurezza. Il picco del de- grado è certamente il parco Le- vinsky, un paio di ettari in pieno centro a Tel Aviv, esattamente alle spalle della stazione degli autobus. Qui dorme ogni notte qualche migliaio di persone, tutte africane, buona parte delle quali in Europa sarebbero inserite nel processo di richie- sta di asilo politico. # In queste pagine : scene di quartieri degradati e del parco Levinsky di Tel Aviv e contrasto con le spiagge. # Foto piccola : ritratto del congolese Oscar. # Pagina precedente : Tel Aviv, giovani africani si inge- gnano in lavori improvvisati.

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