Missioni Consolata - Dicembre 2012

per giustificare i propri atteggia- menti ideologici. Tuttavia esso calza a pennello per indicare un ampio spettro di fenomeni fra loro assai diversi, che vanno dalla paura irrazionale (fobia) verso i cristiani alle pratiche persecutorie, fino alle ambiguità di comportamenti politici e legi- slativi che, mentre condannano per principio ogni forma di intol- leranza, emanano leggi che giu- stificano o almeno tollerano certe manifestazioni di discrimi- nazione e aggressività. VASTITÀ DEL FENOMENO «I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede», af- ferma papa Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata della pace 2011, intitolato: « Libertà religiosa, via della pace ». Studiosi, sociologi, associazioni governative e Ong che monitoriz- zano le violazioni contro la li- bertà religiosa, offrono anche le dimensioni numeriche della cri- luzione finale riconosce «con rammarico l’espandersi di anti- semitismo, cristianofobia e isla- mofobia». Stesso concetto, ma con spostamento dei termini, nella risoluzione Onu del novem- bre 2004, che denuncia «con profonda preoccupazione il ge- nerale aumento di casi di intolle- ranza e violenza, diretti contro membri di molte comunità reli- giose in varie parti del mondo, compresi casi motivati da isla- mofobia, antisemitismo e cri- stianofobia». Lo stesso anno, il 3 dicembre, durante la Conferenza interna- zionale sull’intolleranza religiosa all’Università gregoriana (Roma), mons. Giovanni Lajolo, allora se- gretario per il rapporti con gli stati, rilancia l’allarme dell’Onu: «La Santa Sede si è anche ado- perata perché la cosiddetta cri- stianofobia fosse condannata in- sieme all’islamofobia e all’anti- semitismo... La lotta al terrori- smo, per quanto necessaria, ha avuto tra i suoi effetti collaterali, la crescita della cristianofobia in vaste aree, dove a torto si consi- dera la civiltà occidentale o certe politiche di paesi occidentali, come determinate dal cristiane- simo, o per lo meno non di- sgiunte da esso». Inoltre, la cri- stianofobia si manifesta «come un atteggiamento aggressivo verso i cristiani, la cui presenza e azione vengono interpretate in termini di proselitismo o inge- renza nelle culture locali», conti- nua il ministro degli esteri Vati- cano. Il termine cristianofobia non è esente da ambiguità. A volte è usato sbrigativamente da mezzi di comunicazione e abusato da gruppi politici, gli uni per spie- gare certi fatti di cronaca che non hanno nulla da spartire con le differenze di religioni; gli altri stianofobia. Già nell’ottobre 2009, mons. Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede presso l’Onu, intervenendo nei lavori del 3° Comitato dell’As- semblea generale, denunciava che «più di 200 milioni di per- sone di diverse confessioni cri- stiane sono in situazioni di diffi- coltà a causa di strutture legali e culturali che portano alla loro di- scriminazione». Secondo i sociologi statunitensi Brian J. Grim e Roger Finke, il numero di martiri cristiani che perdono la vita ogni anno po- trebbe oscillare fra 130 e 170 mila (cfr B.J. Grim-R. Finke, The Price of Freedom Denied, Cam- bridge 2011). Altri studiosi, come David B. Barrett, direttore del Center for Study of Global Chri- stianity , parlano di «situazioni di martirio», in cui, nel decennio 2000-2010, un milione di cre- denti in Cristo hanno perso la vita a causa dell’ostilità umana: 100 mila ogni anno (cfr Interna- tional Bulletin of Missionary Re- search , 2011 n.1). Secondo In- DICEMBRE 2012 MC 63 MC RUBRICA # A sinistra: manifestazione di musul- mani dello Sri Lanka contro i ritratti del pastore Terry Jones ( sinistra ), del presidente Usa Barack Obama e dell’attivista cristiano Steve Klein, a Colombo il 19 settembre 2012. # Sotto: una libreria cattolica di Bor- deaux, attaccata e vandalizzata per la 26 a volta il 23 settembre 2012, re- cord di cristianofobia in Francia. © Ap/Chamila Karunarathne © nfo-Bordeaux

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