Missioni Consolata - Ottobre 2012

di Antonio Magnante era in perenne dialogo di amore con il Padre. Egli può svelare il cuore di Dio. Infatti, dice: «Quanto ho imparato da Lui (il Padre) lo dico al mondo» (Gv 8,26), e ancora: «Io non parlo da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha comandato quello che devo dire e annunciare» (Gv 12,49). Gesù, dunque, è un educatore qualificato perché è la Parola di Dio (Gv 1,1-2) e il Figlio del Pa- dre (Gv 1,18). Egli solo conosce il Padre, perché viene da lui (Gv 6,46; 7,29; 8,55; 16,27; 17,8); lo conosce (Gv 7,29) come il Pa- dre conosce lui (Gv 10,15), per- ché egli è nel Padre e il Padre è in lui (Gv 10,30; 17,21.23); è la luce (Gv 1,8; 8,12; 9,5) e la ve- rità (Gv 14,6) in Persona. Nella pienezza del tempo, dun- accolto» (Gv 1,11). Viene in mente la para- bola dei vignaioli. Il pa- drone della vigna manda i suoi servi, ma tutti sono scherniti, malmenati e scacciati dai vignaioli. Come ultimo ten- tativo invia il figlio con la spe- ranza che almeno lui sia rice- vuto e ascoltato (cf. Lc 9,17). Per educare il suo popolo, «dopo aver parlato per mezzo dei profeti, Dio ci parla attra- verso il Figlio» (Eb 1,1). I profeti parlavano in nome di Dio, pur non avendolo mai visto. Nella pienezza del tempo, però, la distanza che separava la crea- tura dal creatore è eliminata dal Figlio. Nel Logos, fatto carne, Dio diventa visibile, udi- bile e palpabile (Gv 1,14; 1Gv 1,1-3; 4,2-3). GESÙ RIVELATORE DEL CUORE DEL PADRE Il Logos ha tutti i gradi accade- mici per educare l’umanità per- ché conosce gli insegnamenti del Padre. Ne è qualificato per- ché egli pre-esisteva prima che ogni cosa fosse portata all’esi- stenza (Gv 1,11) e dall’eternità D io non cessa d’interve- nire nella storia d’Israele: vuole rivelare il mistero della sua vita divina, legare il suo popolo a sé con vincoli d’a- more. Nel Prologo del Vangelo di Giovanni troviamo una sin- tesi della storia di «Dio educa- tore». Con la sua Parola porta tutto all’esistenza (Cf. Sap 9,1; Col 1,15-16; Gv 1,3) facendo in modo che gli uomini possano cogliere la sua impronta nella creazione (Cf. Sap 13,1-9; Rom 1,18-23). Ma «il Logos-Parola era nel mondo, e il mondo è stato fatto per mezzo di lui e il mondo non l’ha conosciuto» (Gv 1,10). IL POPOLO ELETTO Dopo il primo fallimento, Dio adotta un nuovo metodo edu- cativo: sceglie un popolo come «figlio primogenito» (Es 4,22) e con esso stabilisce un’alleanza che rinnova a più riprese, mani- festando la sua cura paterna per mezzo della Legge e dei profeti. Anche questo tentativo finisce in un insuccesso: «Il Lo- gos-Parola venne nella sua casa (Israele), e i suoi non l’hanno 66 amico OTTOBRE 2012 Bibbia on the road Ultima puntata della serie «Dio educa il suo popolo». Come educatore Dio sembra un fallimento: mette il suo amore nella bellezza della creazione, eleva un popolo come suo prediletto, manda i suoi profeti, ma rimane inascoltato. Infine dona suo Figlio, che finirà sulla croce. Ma col sangue e con l’acqua avviene il riscatto. Il sangue e l’acqua. Gesù, Parola educante © Af MC/Valentino Paolo 2009

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