Missioni Consolata - Ottobre 2012

OSSIER 36 MC OTTOBRE 2012 annunziano eventi sempre infausti, quasi che incom- besse la fine del mondo». Esponeva poi con chiarezza l’obiettivo del Concilio: «Che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace». Doppio atteggiamento: custodia del de- posito della fede e più efficace proclamazione. C’è un «più» che tutti allora abbiamo notato, nel quale ci pa- reva di intravedere un’accelerazione nella vita della Chiesa. Stesso atteggiamento riguardo la custodia fedele del deposito dottrinale: «Il nostro dovere non è soltanto di custodire questo tesoro prezioso, come se ci preoc- AURORA LUMINOSA PER LA CHIESA Quel mattino dell’11 ottobre 1962, in occasione dell’a- pertura del Concilio, sono rimasto incollato al televi- sore. Impressionante è stata la sfilata dei vescovi lungo piazza S. Pietro. Solennissima, come sempre quando presiede il Papa, la celebrazione dell’Eucari- stia. Ciò che mi ha colpito fino alla commozione, però, è stato il discorso programmatico del Sommo Ponte- fice Giovanni XXIII. A quanti, pur ardenti di zelo, in quei tempi vedevano «prevaricazioni e rovina», ri- spondeva con disarmante semplicità: «A noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura, che 1962-1965: ANNI VISSUTI CON PASSIONE RICORDI PERSONALI DEL CONCILIO DI F RANCESCO P AVESE Durante gli anni del Concilio Vaticano II ero un giovane sacerdote, con un doppio in- carico: l’insegnamento del diritto canonico nel seminario maggiore del nostro Isti- tuto, a Torino, e l’animazione missionaria nei seminari diocesani d’Italia, inviato da (come si chiamava allora) Propaganda Fide . Ero in continuo contatto con un mondo di giovani, che volevano capire il fenomeno conciliare del tutto nuovo che certamente li avrebbe coinvolti nel loro futuro. Ho cercato di valorizzare la mia situazione favo- revole per seguire da vicino lo svolgersi del Concilio. Riconosco di essere stato con- quistato da quell’impresa fin dal primo annuncio, fatto a sorpresa dal Papa Giovanni XXIII nella basilica di S. Paolo il 25 gennaio 1959. Pur vivendo lontano da Roma, se- guivo con attenzione quanto radio e televisione comunicavano e non ho mai mancato di leggere ogni documento, ancora nella redazione latina, appena usciva su L’Osser- vatore Romano . Ecco perché mi è piacevole e facile condividere alcuni ricordi di que- gli anni, vissuti con passione.

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