Missioni Consolata - Ottobre 2012

spezzare ogni resistenza quando le vittime capiscono di essere state ingannate. L'età perché una donna sia legal- mente consenziente in Cambogia è di 15 anni, di conseguenza, ogni atto sessuale con giovani al di sotto di quell'età rappresenta un crimine. Tuttavia le carenze della legislazione aggiornata nel 2008, sono nella sua mancanza di pre- cisione. Succede così che i giudici tendano a rigettare i casi estremi, riducendo la maggior parte delle situazioni a episodi di molestia e le pene, di conseguenza, da tre a un anno di carcere. I casi portati davanti a un giudice riguardanti cittadini stranieri conducono a volte all'estradi- zione e una condanna di solito più severa in patria, ma le maglie larghe della giustizia cambogiana permettono spesso a criminali occasionali, come pure a pedofili abituali che godano delle oppor- tune coperture, di continuare a vivere e operare nel paese. A so- stenere la richiesta di ragazze (e ragazzi) sempre più giovani, co- munque al di sotto dei 15 anni, è la convinzione - alimentata so- prattutto tra orientali di varia pro- venienza - che avere rapporti non protetti con persone sempre più giovani non ponga a rischio di contagio del virus Hiv/Aids. Fenomeni di prostituzione e sfruttamento vanno diffondendosi nel paese, ma hanno due fulcri ben precisi in Siem Reap a Nord, limitrofa all'area templare khmer di Angkor Wat, visitata da due mi- lioni di visitatori ogni anno, e CAMBOGIA 26 MC OTTOBRE 2012 Sihanoukville all'estremo Sud, polo di investimenti e traffici, ol- tre che di un turismo balneare di basso target. La «clientela» è an- che europea, australiana o statu- nitense, ma va sottolineato che gli asiatici costituiscono una parte importante e in crescita: ci- nesi della Repubblica popolare, di Hong Kong e Macau; taiwanesi, sudcoreani, giapponesi 2 . Stefano Vecchia # A lato : mons. Enrique Figaredo, gesuita, prefetto aposto- lico di Battambang, con un giovane cambogiano. N OTE 1 - Sugli anni dei Khmer Rossi e in gene- rale sulla Cambogia e l’Indocina riman- diamo al libro Indocina (I libri di Emil, Bologna 2010) scritto dal nostro colla- boratore Piergiorgio Pescali. 2 - Nel prossimo servizio sull’Indocina, parleremo del Laos, paese meno cono- sciuto della Cambogia. Religione: buddhisti e minoranze I «KHMER CRISTIANI» L a religione di stato della Cambogia è il buddhi- smo, con consistenti minoranze musulmane e animiste, ma la Costituzione riconosce dal 1990 la libertà di credo e di pratica religiosa, anche per i «khmer cristiani». Il governo di Phnom Penh, attraverso il suo ministero per i Culti e le Religioni distingue tra cattolici e pro- testanti ma non ne riconosce pienamente la diversa storia, presenza e caratteristiche, anche se l’antica esistenza della cattolicità nel paese, i suoi martiri, le sue peculiarità fanno dire al gesuita mons. Enrique Figaredo, prefetto apostolico di Battambang (dove la relativamente folta comunità cattolica è presente da due secoli e mezzo) che «la Cambogia è un paese buddhista-cattolico». La Chiesa cambogiana ha saputo dimostrare che il suo ruolo concreto nella società non sta nella forza dei numeri, ma nell’impegno e nella capacità di resi- stere alle avversità. I cattolici sono una piccola mi- noranza (23mila) dei 13milioni di cambogiani, ma in 450 anni hanno servito la nazione khmer nei campi dell’istruzione, della sanità, dello sviluppo, della cul- tura, con un impegno e un rispetto che hanno guada- gnato loro la sincera considerazione di tutta la popo- lazione. Infine non va dimenticato che almeno 2.000 Khmer Rossi, e tra essi diversi ex comandanti della guerriglia, si sono convertiti negli anni al cristiane- simo. I cattolici hanno imparato presto a esprimere la pro- pria fede attraverso le tradizioni originali di questa terra e da qui uno sforzo costante di condivisione, adattamento e dialogo. Hanno però imparato anche a convivere con un potere che pretende di gestire il fenomeno religioso, in parte sottoponendolo alla sua eredità ideologica (il partito di governo, quello del Popolo cambogiano, è erede del comunismo khmer), in parte per evitare contrasti interni o troppo forti interventi internazionali. Con una sessantina di sa- cerdoti al 90 per cento stranieri che servono le pre- fetture apostoliche di Battambang e Kompong Cham e il vicariato apostolico di Phnom Penh, con la presenza massiccia di Ong di ispirazione cattolica e l’esistenza di istituti missionari, quella cambogiana inevitabilmente è anche una Chiesa aperta al mondo che veicola nel piccolo e sfortunato paese, erede di un grande passato, esperienze diverse. Ste.Ve.

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