Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2012

ITALIA molti personaggi del Vangelo pronti a qualsiasi cosa pur di in- contrare Gesù -, si sente così apostrofare da un fotoreporter: «Ma signora ci lasci spazio che dobbiamo lavorare, perché non è stata a casa a vedersi il Papa in televisione sdraiata sul divano che lo vedeva meglio e stava più comoda?». Nel secondo episodio, un bam- bino tenuto sulle spalle del pa- dre perché anche lui, piccolino, possa vedere il Papa, attira al genitore urla e richieste di farlo scendere perché impedisce di scattare foto a chi è dietro. Da notare che il Papa sta pronun- ciando il suo discorso, ma nes- suno di costoro sembra prestarvi ascolto. Per la verità, dimenticando per un attimo la diplomazia, mi pare di poter dire che, dal punto di vi- sta dei contenuti, chi non vi pre- sta attenzione non abbia poi tutti i torti. Nell’ascoltare i messaggi di benvenuto dell’arcivescovo Scola e del sindaco Pisapia, ma anche la risposta del Papa penso come devono risultare penose, a Benedetto XVI per primo, le in- combenze dettate dall’«eti- chetta». Tre discorsi infarciti di affermazioni scontate: tanto co- nosciute a chi segue le vicende ecclesiali quanto indifferenti per chi non se ne interessa. Discorsi probabilmente troppo lunghi. Anche quello del Papa - mi per- metto di pensare - sarebbe più efficace se limitato alla sua ul- tima parte e alla benedizione fi- nale: il momento veramente si- gnificativo del pomeriggio che le persone, anche quelle più disat- tente o quelle presenti solo per curiosità, colgono. Un momento in cui attorno a me sento più d’una voce esclamare semplice- mente: «Bellissimo!». Un altro evento colpisce i pre- senti nella sua essenza e sem- plicità: il gesto sollecito e affet- tuoso del sindaco Pisapia che, forse violando una qualche re- gola del cerimoniale diploma- tico, si avvicina prontamente al Papa per abbassarne la mantel- lina che il vento gli ribalta in te- sta e sul microfono, mentre legge il saluto a Milano, invo- cando su di essa la protezione della Madonnina. TRA «CORVI» E SUORE DI CLAUSURA Milano, 2 giugno 2012. In questi giorni, su La7, nel programma Piazzapulita si parlava di Vati- cano e «corvi» vari, leggendo le vicende della Chiesa esclusiva- mente con il metro della politica o, comunque, escludendo dal proprio ragionamento la possibi- lità dell’esistenza del «trascen- dente». Anche per le strade di Milano questa lettura riduttiva campeg- gia in manifesti accanto alle edi- cole che, riprendendo colori e # Sopra: una selva di macchinette foto- grafiche per immor- talare la figura del Papa. # A sinistra: la ceri- monia sul sagrato del Duomo di Mi- lano. # Pagina accanto: lo stendardo che sa- luta l’arrivo del Papa a Milano.

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