Missioni Consolata - Luglio 2012

sti. E qui Alicia si arrabbia: «Ci sono troppi malfattori. Cosa fanno queste persone? Offrono alle comunità piccole regalie per poter mettere le loro macchine sul territorio indigeno. Li imbro- gliano, come ai tempi dei produt- tori di caucciù ( caucheros ). Cosa accadeva allora agli indigeni? La- voravano soltanto, spesso senza neppure essere pagati e il gua- dagno andava ai bianchi. Qualcosa di simile sta accadendo ora. In cambio di cosa? Dell’al- cool, che sta uccidendo psicolo- gicamente e fisicamente sempre più indigeni. Non c’è più morale né dignità. Molti bambini non vanno a scuola e non mangiano adeguatamente. E le autorità non fanno nulla per impedire questa vergogna». Non bastasse questo, a compli- care la situazione sussiste anche una pesante ambiguità legisla- tiva. Infatti, l’articolo 54 della Co- stituzione peruviana stabilisce che lo Stato sia l’unico proprieta- rio del sottosuolo. Dunque, può accadere che esso conceda a una compagnia mineraria il diritto allo sfruttamento del sottosuolo di un territorio indigeno. È già accaduto in altri dipartimenti pe- ruviani e potrebbe ripetersi in Madre de Dios, dove da tempo sono stati individuati alcuni lotti petroliferi. Sono stati assegnati alla texana Hunt Oil Company e alla Sapet, succursale della mul- tinazionale cinese Cnpc ( China National Petroleum Corpora- tion ). Difficile che queste imprese petrolifere si fermino davanti ai diritti di alcuni popoli indigeni. Nel 2011, si è avuto un assaggio: la Hunt pretendeva di entrare nella Riserva comunale di Ama- rakaeri, territorio ancestrale di 10 comunità native. È stata re- spinta, ma per quanto? SALUTE ED EDUCAZIONE: LO STATO ASSENTE Lo Stato peruviano si fa vivo quando si tratta di far valere le proprie istanze sui territori indi- geni, ma è assente quando si tratta di offrire servizi come l’e- ducazione e la salute. Su que- st’ultima Alicia spiega: «Man- MC ARTICOLI © Archivio_Fenamad © Archivio_Fenamad

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