Missioni Consolata - Luglio 2012

R ivolte di schiavi e costituzione di «terri- tori ribelli» furono un fenomeno che ca- ratterizzò tutto il continente americano; ma in Colombia esso ebbe una specifi- cità tutta particolare: gli schiavi rivol- tosi presero il nome di Cimarrones e i loro insediamenti, circondati da piccole fortezze per difendersi dai soldati spagnoli, furono chiamati Pa- lenques . Tale forma di resistenza nera cominciò fin dagli inizi della schiavitù e si protrasse fino alla fine della colonia: i neri furono i primi a lottare per l’indi- pendenza del paese dal regime coloniale; ancora oggi il nero cimarrón è il simbolo della libertà; di lui si de- vono sentire orgogliosi tanto i neri come i bianchi co- lombiani. UNA STORIA IGNORATA A partire dal 2001, il 21 maggio di ogni anno si cele- bra la «Giornata nazionale della afrocolombianità», istituita dalla legge 725 per commemorare il 150° an- niversario della fine della schiavitù in Colombia, abo- lita il 21 maggio 1851. Con tale iniziativa si vorrebbe mostrare che la Colombia è un paese democratico, tollerante, rispettoso della differenza, non discrimi- natorio, che valorizza positivamente il contributo de- gli afrocolombiani all’identità nazionale. Ma la realtà è molto diversa. Benché la Costituzione colombiana sancisca e garantisca l’uguaglianza di tutti i suoi cit- tadini, nella pratica, però, persistono forme struttu- rali acute di invisibilità giuridica e discriminazione della popolazione afro. Il censimento del 1993 concluse, contro ogni evidenza e per errori tecnici, che gli afrodiscendenti costitui- vano appena l’1,5% della popolazione colombiana. Nel censimento del 2005, realizzato con migliori forme di partecipazione e di rilevazione dei dati, la percen- tuale degli afrodiscendenti salì all’11%; ma secondo molti esperti, questa cifra sarebbe ancora molto infe- riore alla realtà. Il censimento del 2005 ha registrato 4.311.757 per- sone auto-identificatesi come afrocolombiane: ciò rappresenta un miglioramento nella stima della popolazione afrodiscendente; ma ci sono altri parametri da tenere in conto, destinati a stabilire con più chiarezza e precisione le dimensioni della presenza degli afrodiscendenti in Colom- bia e, conseguentemente, le im- plicazioni socioculturali che ne derivano. Alcuni affer- mano che gli afrocolombiani sono 13 milioni; secondo Juan de Dios Mosquera, direttore nazionale del Movimiento Cimarrón , essi sarebbero 18 mi- lioni; solo nella capitale, se- condo le stime del Centro studi sociali del- l’Università na- MC GLI INVISIBILI MONDO AFRO IN COLOMBIA PRIMI ATTORI DELL’INDIPENDENZA DI G AETANO M AZZOLENI La Colombia è al terzo posto per numero in assoluto di popolazione nera in America, dopo Usa e Brasile: su circa 46 milioni di abitanti, i discendenti dagli antichi schiavi afri- cani oscillano tra 13 e 18 milioni. A 200 anni dall’indipendenza del paese e a 160 dal- l’abolizione della schiavitù, gli afrocolombiani sono ancora emarginati e discriminati, in fondo a tutte le classifiche di sviluppo del paese. Eppure essi hanno contribuito forte- mente alla nascita e alla crescita della società colombiana in tutti i suoi ambiti. Statua di Benkos Bioho, il «grande cimarrón»: arrivato schiavo a Cartagena de Indias nel 1599, fondò il Palenque di San Basilio nel 1603. A sinistra : logo del movimento degli afrodiscendenti. © AFMC/B Svanera

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