Missioni Consolata - Luglio 2012

LUGLIO 2012 MC 15 I l giorno 8 marzo, Giornata internazionale della donna, gli abitanti di Barreira, Pedra Vermelha, villaggio della parrocchia di Monte Santo, si sono riuniti per celebrare i 112 anni della signora Dioni- sia, simbolo della resistenza del sertão . La nipote, Mar- tinha das Neves Nascimento, racconta la storia della donna più vecchia della regione. Dionisia Maria nacque nella fattoria Serra de Lopes, Monte Santo; fu registrata all’anagrafe l’8 marzo del 1900; si sposò con José das Neves dal quale ebbe 14 figli (due dei quali morti, una figlia in tenera età, un’altra da adulta). Oggi Dionisia vive con una delle figlie: ha 102 nipoti vivi, circa 245 bisnipoti e 46 trisnipoti. Ebbe una vita molto difficile, arrivando fino a patire la fame con tutta la famiglia. Durante la grande siccità del 1932 aveva già tre figli ed era in attesa del quarto. Il marito andava a lavorare a giornata nei campi dei fazendeiros; con la paga giornaliera (2 reali , meno di un euro) poteva com- prare due chili di farina. Dionisia restava con i figli senza niente da mangiare. Allora prendeva i bambini, un machete, una zappa e andava nel campo; tagliava un licuri, palma tipica del sertão , ne estraeva il palmito (cuore di palma) e lo dava da mangiare ai bambini. Essi mangiavano il palmito, bevevano acqua e andavano a giocare, mentre essa pu- liva la piantagione della manioca. Alle 11 prendeva il machete, tagliava il tronco del licuri, lo portava su una lastra di pietra e lo batteva fino a ridurlo in polvere; poi tornava a casa, mescolava la farina in una padella e fa- ceva una specie di focaccia. I bambini mangiavano fino a saziarsi e andavano a dormire tranquilli. La sera, quando il marito tornava, le domandava: - Dove sono i bambini? Sono già morti di fame? - No, stanno già dormendo, rispondeva. - Che cosa hanno mangiato? - Palmito, focaccia di licuri e acqua: sono a pancia piena. In quei tempi lunghi e difficili i fratelli di Dionisia se ne andarono in cerca di altre terre e di condizioni migliori, abbandonando i vecchi genitori; ma essa diceva fidu- ciosa: «Accada quello che deve accadere, io non abban- donerò mai i miei genitori». Li assistette fino alla fine. Dice che è viva perché non ha abbandonato i suoi geni- tori: i suoi fratelli sono già tutti morti; è rimasta solo lei per raccontarne la storia. Per la nipote Martinha, insegnante a Barreira, nonna Dionisia è una grande donna che si adattò a qualsiasi servizio per nutrire i suoi figli, fino a lavorare a gior- nata, ripulendo il terreno. «Con la sua forza d’animo, oggi, nonna Dionisa ci trasmette un’esperienza di vita, di amore e saggezza. Lo dico perché abbiamo imparato tanto dai suoi esempi; essa non ha mai frequentato la scuola, ma la scuola della vita gli ha insegnato molte at- tività. È stata una grande artigiana. Faceva reti di co- tone: essa stessa filava gli spaghi e intrecciava le reti; era una delle sue specialità. Faceva oggetti di creta: pi- gnatte, brocche, scodelle. Con le fibre della palma licuri confezionava stuoie, borsette, cappelli, cose che ancora oggi riesce a fare con maestria, magari solo per rega- larle ad amici e parenti. Oltre a essere madre, nonna, bisnonna e trisavola, Dionisia è anche madre di tanti bambini che aiutò a entrare nella vita. Infatti, un’altra attività da lei svolta per molti anni fu quella di leva- trice: migliaia di bambini sono nati con il suo aiuto; ci furono alcuni casi difficili, ma con l’aiuto di Dio, medi- cina naturale, orazioni e tanta fede nel Signore di Bon- fim, nella Madonna Addolorata e nei santi protettori, le riuscirono tutti con successo. Fu anche un’eccellente santona: era ricercatissima per i casi di disgrazie e di malocchio». Una volta, Dionisia con un bimbo in braccio andò a chiedere un po’ di latte a un vicinato; ma questi glielo rifiutò. Tornata a casa, venne a sapere che la mucca gli aveva rovesciato il secchio con un calcio. Tale fatto se- gnò la sua vita e produsse in lei l’istinto della solida- rietà. Contro una concezione banale del dono della vita, donna Dionisia è il simbolo della lotta per la sopravvi- venza feconda di molte vite. Nel sertão , dove difficoltà e sofferenze sono maggiori, lei rappresenta la donna te- nace, che non si arrende mai. J.C.P. DIONISIA: DONNA FORTE DEL SERTÃO

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