Missioni Consolata - Maggio 2012

SENEGAL buona gouvernance democra- tica” prodotta dalle Assise Na- zionali. È questa la differenza. Inoltre c’è un salto generazio- nale, che è importante. Le rac- comandazioni delle Assise sa- ranno prese in conto dal governo di Macky. Il popolo sarà vigilante ed esigente su questo» insiste Babacar. Le Assise Nazionali sono state organizzate a giugno 2008 e per circa un anno hanno realizzato un enorme lavoro par- tecipativo in tutto il paese e con la diaspora, per definire la «Carta di buona governance » che deve «guidare la ricostru- zione nazionale e il rinforzo della repubblica». Le raccomanda- zioni delle Assise prendono in conto tutti i settori (agricoltura, ambiente, territorio, diritti, ecc.) e propongono una «visione», va- lori e un modello di governance per il Senegal. Il tutto è poi ri- masto nel cassetto senza mai venire utilizzato restando solo un ottimo esercizio di democrazia partecipativa. LE PRIORITÀ Diverse emergenze attendono ora Macky e i suoi. La crisi alimentare del Sahel di quest’anno toccherà almeno 800 mila senegalesi nell’interno del paese. Poi l’aumento del costo della vita, il prezzo dei carbu- ranti, le inondazioni e i black out che fanno soffrire la popolazione di Dakar. Un lavoro importante sarà anche il risanamento delle finanze dello stato. dei voti, nulla potrà cambiare». Al secondo turno, Macky Sall riesce a mettere insieme tutti i candidati perdenti e ricevere il loro appoggio. Wade, invece, cerca voti religiosi, e si reca dal marabut Serigne Béthio Thioune, della potente confra- ternita dei Muridi , di fondamen- tale importanza nella complessa società senegalese. Ma questo non gli porterà molto. «Io sono mouride, ma non ascolto il marabut per andare a votare, separo la politica dalla religione» dichiara Babacar Sarr. E continua: «Il senegalese medio che è an- dato a votare è una persona nel bisogno e vede tanti sprechi: soldi che vengono regalati a piaci- mento, spese fatte secondo prio- rità diverse da quelle della popo- lazione. Gente frustrata, stanca, disperata: questo fa dire vogliamo che Wade se ne vada». È chiaro che Macky dovrà «pa- gare» politicamente l’appoggio degli altri candidati, in partico- lare Moustapha Niasse (arrivato terzo al primo turno con 13,20%) e Ousmane Tanor Dieng (quarto con 11,45%). Importante è stato anche l’appoggio del cantante Youssou Ndour, di fama interna- zionale. Ma ora soprattutto gli elettori lo aspettano alla prova del governo. «Macky ha accet- tato e ha firmato la “Carta di COSA CHIEDE LA DIASPORA Anche in Italia la diaspora sene- galese vuole un cambiamento. Macky ha vinto nella quasi tota- lità dei seggi per i senegalesi sul nostro territorio. «Perché abbiamo qualche spe- ranza che con Macky, siano af- frontate alcune problematiche a noi care. Si tratta delle conven- zioni sulle pensioni, gli accordi bilaterali sui flussi migratori, l’ import di macchine usate. Tutte cose sulle quali il governo Wade non ha fatto nulla», ricorda Mouhamadou. «La diaspora è molto stanca di non essere con- siderata. Vorremmo che si defi- nisse una politica migratoria in Senegal. Speriamo che con Macky ci sia un cambiamento». Mouhamadou Sarr è molto attivo nelle associazioni dei migranti senegalesi in Italia. Oggi la diaspora senegalese nel nostro paese è ben organizzata: esiste una federazione del Nord Italia e si sta lavorando per una federazione del centro e una del Sud. Il tutto per arrivare a una confederazione italiana. «Ab- biamo raggiunto un livello di ma- turità importante - ricorda Mouhamadou - con un potere di pressione e un ruolo di plai- doyer , presso i governi del Sene- gal e dell’Italia. Analizziamo le politiche di cooperazione e i rap- porti bilaterali e vogliamo pre- sentare un documento di propo- ste al nuovo presidente. Poi vo- gliamo essere attenti affinché alcune cose vengano realizzate e le promesse elettorali mante- nute». Marco Bello © Romina Remigio

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