Missioni Consolata - Maggio 2012

32 MC MAGGIO 2012 IL RACCONTO DELLE NOZZE DI CANA (31) LA GIOIA È LA VERA PURIFICAZIONE CRISTIANA «Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11) a cura di Paolo Farinella, biblista Così sta scritto DALLA BIBBIA LE PAROLE DELLA VITA (65) MC RUBRICHE A bbiamo già detto che Gv 2,6 è il cuore della narrazione (cf MC 9 -2009); riproponiamo per comodità lo schema dell’intero racconto di Cana per ricordare la sua struttura cir- colare: partendo dall’inizio e dalla fine tutto converge verso un centro, qui verso le giare di pietra, finalizzate alla purificazione, come l’arrivo al monte Sinai è finalizzato al dono della Toràh scritta su tavole di pietre, momento supremo di rivelazione che deve essere preparato degnamente attraverso la purificazione del popolo. 2, 1 Cana di Galilea, nozze, madre, 2 Gesù, i suoi discepoli. 3 Manca il vino; intervento della madre. (4)5 I servitori/diaconi invitati a ubbidire. 6 Vi erano poi là, sei giare di pietra, per la purificazione dei Giudei, collocate [per terra], contenenti ciascuna due o tre metrète (= barili da 80 a 120 litri). (7)8 I diaconi attingono (= ubbidiscono) e «conoscono». 10 Il vino buono [bello] conservato; intervento dell’architriclino. 11 Cana di Galilea, la gloria manifestata e la fede dei discepoli. Se Gv 2,6 è il centro del racconto, dobbiamo prendere atto che il matrimonio è solo un’occasione esteriore e non l’obiettivo dell’evangelista; che la madre ha una doppia funzione: di rappresen- tanza del passato e di passaggio al nuovo; che i discepoli svolgono il ruolo che fu del popolo d’I- sraele ai piedi del Sinai e che le giare/tavole di pietra, svolta la loro funzione di purificazione, devono cedere il passo alla Toràh dello Spirito che proviene dall’umanità del Signore. LE GIARE DI PIETRA NELLA TRADIZIONE RITUALE Siamo di fronte a una rilettura di tutta la storia della salvezza, riproposta in chiave nuova, di fronte a una situazione completamente nuova. La novità per eccellenza è data dalla presenza del Figlio, chiave di volta sia dei segni sia del contenuto. «Il Messia entra nelle antiche nozze, nel popolo che vive sotto l’antica alleanza, ma come invitato . Non appartiene ad essa, è soltanto ospite, e così pure i suoi discepoli, che fanno gruppo con lui. La madre vive all’interno dell’al- leanza antica; Gesù e i suoi no. La presenza di Gesù sta per mettere in moto la scena» (J. M A - TEOS -J. B ARRETO , Il Vangelo di Giovanni , 138). Ecco la novità che non riguarda più la purificazione esteriore, ma l’ordine e il confine della coscienza e responsabilità morale. Le giare sono di pietra e non di coccio; sono quindi molto preziose perché esigono una lavora- zione laboriosa e lunga che le rende anche care da un punto di vista economico. Le giare sono «di pietra» e il termine greco « lìthinai » è unico in Gv (tecnicamente si dice è un hàpax legòme- non, detto una sola volta ). Esse rispondono alle esigenze per la purità prescritte nel libro del Levitico, capitolo 11, dove però non si parla di materiale «di pietra», ma di «utensili di legno o di «vaso di terra» (cf Lv 11,32-33). È la tradizione giudaica che dichiara espressamente: «I vasi di pietra ( kelè ‘abanìm ) non ricevono impurità» ( Ghemaràh del Talmud di Babilonia, Shabbàt 96a; cf anche Mishnàh, Teharòt – Cose pure, Iadaìm – Mani, I,2; Kelìm – Oggetti, X,1). Su questo punto tra i rabbini sorprendentemente non sorgono discussioni per cui si deve ritenere che Gv 2,6 (c): «VI ERANO POI LÀ , SEI GIARE DI PIETRA, PER LA PURIFICAZIONE DEI GIUDEI, COLLOCATE/GIACENTI [ PER TERRA ], CONTENENTI CIASCUNA DUE O TRE METRÈTE (= BARILI DA 80 A 120 LITRI CIASCUNO)» [êsan de ekêi lìthinai hydrìai hex katà ton katharismòn tôn Ioudài ō n kèimenai, ch ō roûsai anà metr ē tàs dýo e trêis] A B C C’ B’ A’ D

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