Missioni Consolata - Aprile 2012

DAI LETTORI Cari mission@ri APRILE 2012 MC 5 quaresima, ma non ha scrupoli a votare un par- tito che fa del razzismo la sua bandiera. L’opportu- nismo di chi lo (il Papa) incensa quando fa como- do ai propri interessi, e lo ignora completamente quando dice qualcosa che non piace. Quante volte anche Gesù, nel Vangelo se la prende con i farisei per la loro falsa obbedienza. Pur ze- lanti nell’osservare mi- nuziosamente ogni co- mandamento, regola e tradizione, in realtà era- no ribelli alla vera vo- lontà di Dio che ha un or- dine solo: «Ama»! Lei parla di «rispetto della parola del Papa» e amore a un «santo come Giovanni Paolo II». Non vedo come quanto scritto sulla nostra rivista possa essere un invito a non ri- spettare e non amare il Papa. Anzi, chiedere un’obbedienza che di- venti imitazione, «non basta ubbidire, bisogna i- mitare», è molto di più che chiedere una sempli- ce obbedienza. La Madre di Gesù è la prima obbe- diente. S. Paolo l’aveva capito bene quando scrisse: «Fatevi miei imi- tatori, come io lo sono di Cristo» (1Cor 11,1). Che poi, andando sul sito di Don Paolo, uno trovi delle opinioni da cui si può dissentire, è vero, ma riteniamo che i nostri let- tori siano tutt’altro che «un popolo bue». Pubbli- candone gli articoli bibli- ci, non invitiamo a diven- tare fans o discepoli di Farinella, vogliamo solo offrire degli strumenti in- discutibilmente validi per conoscere meglio, amare e vivere la Parola di Dio e per diventare discepoli di Gesù. DONO INASPETTATO Un caro saluto dal Congo. In questi giorni, in occa- sione del compleanno dell’amico Rolando Bian- chi, capitano del Torino, un gruppo di suoi fans mi ha inviato un’offerta. Que- sta è la mia email a loro. Carissime e carissimi del Rolly Girls & Boys , grazie di cuore del regalo- ne che avete fatto al capi- tano Rolando in occasione del suo compleanno e che avete con gioia inviato a me in Congo, obbedendo così al desiderio dell’ami- co Rolly. Da circa 20 anni vivo in Congo, un paese grande quasi 7 volte l’Italia, po- polato da gente simpatica e accogliente, ricco di tante bellezze naturali, di foreste immense, di fiu- mi, di tanti minerali, ma dove la maggioranza del- la gente vive ancora una vita che non è degna di essere chiamata umana, con grosse difficoltà so- ciali, economiche e politi- che. Davanti a tutta questa problematica noi missio- nari ci sentiamo piccoli, senza mezzi adeguati per cambiare questa realtà. Anche se siamo come una goccia nell’oceano, conti- nuiamo a vivere con la nostra gente: si lavora, si prega, si anima, si sogna un Congo nuovo! Insieme crediamo a un futuro più degno e più bello di quel- lo di oggi che è ancora pieno di dolore, di ingiu- stizie, di sofferenze. Sia- mo impegnati nel campo della salute, della scuola, dell’acqua, dell’agricoltu- ra, delle strade, della for- mazione umana e cristia- na, della responsabilità civile, della giustizia e della pace, e anche dello sport, soprattutto con ra- gazzi e giovani! Grazie allora del vostro dono, segno d’un cuore buono e sensibile alla sofferenza degli altri. Assicuro la mia preghiera per voi, i vostri cari, il ca- pitano e per tutto il Tori- no! La Madonna Consola- ta patrona di Torino ac- compagni voi e il Grande Torino! P. Rinaldo Do dal Congo RD OBBEDIENZA - DISOBBEDIENZA Ecco cosa leggo a pag. 32 del numero di dicembre della vostra rivista: «Oggi nella Chiesa abbondano le parole, le esortazioni, le prediche, estrapolate dalla vita... Domina il principio di autorità che si basa sull’obbedienza pas- siva e senza intelligenza: bisogna obbedire perché lo dice chi comanda. Il fondamento della fede in questo contesto non è la persona di Dio o la sua Parola rivelata, ma il cul- to della personalità, che in termini biblici è idola- tria peccaminosa». Inte- ressante! Sembra di leg- gere un testo di Franco Barbero, un ex-prete che considera il Vaticano la Nuova Babilonia... A me hanno insegnato che il papa è il successore di Pietro, adesso scopro che era tutto sbagliato, che il rispetto verso la parola del papa è «idolatria pec- caminosa»... O ho sba- gliato tutto io, o state sbagliando di grosso Voi, anche perché il metodo non è cambiato: una volta la Chiesa si scagliava contro gli eretici, e si ac- cendevano i roghi, oggi chi ragiona come Paolo Farinella insegna al po- polo bue a disprezzare la gerarchia. Potete aiutare noi poveri fedeli ignoranti a capirci qualcosa? Pos- siamo ancora conservare qualcosa del primato che Gesù ha conferito a Pie- tro, magari cambiandogli il nome, ma mantenendo la sostanza della Chiesa che Gesù ha voluto la- sciare dopo di lui? Pos- siamo continuare ad a- mare un santo come Gio- vanni Paolo II, o dobbiamo considerarla «idolatria peccaminosa»? Grazie. Franco Estorgio via email, 30/01/2012 Caro Sig. Franco, «Quidquid recipitur ad modus recipientis recipi- tur», diceva S. Tommaso. Quanto è recepito, è rece- pito alla maniera del re- cipiente. Mi deve scusa- re, ma il suo commento mi ha fatto pensare a questo antico detto. Scri- vere che Don Paolo Fari- nella «insegna a disprez- zare la gerarchia» mi sembra proprio una for- zatura. Non tocca a me fare il difensore d’ufficio di Don Paolo. Si sa difen- dere da solo. A lui piutto- sto i nostri auguri accom- pagnandolo nella pre- ghiera mentre entra in ospedale, proprio il Mer- coledì delle Ceneri, per una seconda operazione al cuore. In quelle righe incrimina- te non vedo un invito a di- sobbedire, ma a obbedire meglio, con più respon- sabilità e meno passività e opportunismo. La pas- sività, per esempio, di chi obbedisce all’obbligo di fare astinenza durante la

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