Missioni Consolata - Aprile 2012

appunto (la più grossa dell’Alba- nia, che dà l’elettricità anche alla capitale Tirana) e, lungo almeno un centinaio di chilometri, arriva a Kukes, alla frontiera con il Ko- sovo. «Sui monti vivono, senza cor- rente né gas, le famiglie che non hanno voluto migrare in città» spiega don Giovannini, che ora- mai vive con loro e macina de- cine di chilometri al giorno su quei sentieri, periodi di neve compresi. «Vivono del proprio, e scendono nei villaggi più grandi 3-4 volte all’anno per vendere bestiame o il poco che riescono a coltivare. Ma molte famiglie non scendono mai, perché in vendetta con altre». È la gjak- marrja , la vendetta di sangue. «Le vendette familiari apparten- gono a un codice di leggi medie- vale, il Kanun , considerato fuori- legge dalla metà del secolo scorso, ma ancora oggi in uso - continua il prete italiano -. Se una persona fa uno sgarro a un componente di un altro clan, i familiari hanno l’obbligo morale di vendicarsi, innescando la spi- rale della violenza». Si può arrivare all’omicidio, fino a mille omicidi in un solo anno in tutta l’Albania, stima il Pro- gramma alimentare mondiale dell’Onu (Pam). E almeno 3 mila famiglie, anche a Scutari, vivono oggi «inchiodate», ovvero chiuse in casa, dove i vendicatori non possono entrare. «Ci si può riva- lere fino alla terza generazione, per questo anche molti bambini sono a rischio e non vanno a scuola» prosegue don Giovan- nini. Sono 6 mila i bambini in queste condizioni. Nel tempo, don Giovannini è di- ventato una figura di riferimento, un mediatore che, però, può cor- rere dei rischi: «In alcuni casi mi è capitato di ricevere minacce, ho dovuto smettere di intromet- termi» racconta. Nel 2003, con alcune religiose della zona di Scutari, don Giovannini ha fon- dato la Shizr , acronimo albanese di Associazione per l’integra- zione delle zone rurali; nata «per fare pressione a livello istituzio- nale, verso il governo albanese che solo ultimamente si sta dando da fare». È del gennaio 2004 l’istituzione della prima vera corte penale al- banese contro 12 tipologie di cri- mini gravi: tra questi ci sono le vendette di sangue. Nel frat- tempo, altre associazioni si sono aggiunte all’opera di riconciliare le famiglie in vendetta, come l’albanese League of peace mis- sionaries o gli Ambasciatori di pace del Sermig di Torino. Non solo lavoro: la rinascita dell’Al- bania passa anche dal rispetto dei diritti umani. Daniele Biella «Risorse migranti» è maschio) e che non viene assolutamente as- sociata alla figura di imprendi- trice. Ipsia, come altre ong, de- dica parte dei propri progetti a interventi di appoggio all’im- piego femminile, ad esempio nel settore tessile, mettendo in atto «una sfida in più che può fare molto per il loro futuro», ag- giunge Paladini. ... E VENDETTE DI SANGUE Nello stesso tempo, l’impegno per l’equità dei generi e la conci- liazione familiare è la missione anche di molti uomini di fede, tra cui don Antonio Giovannini, par- roco italiano che da 13 anni ha scelto il nord dell’Albania come luogo di vita e apostolato. Per anni coadiutore della cattedrale di Scutari, oggi la quotidianità di don Giovannini è dedita total- mente al servizio degli ultimi in particolare nella parrocchia di Koman, meno di mille anime sperdute nelle montagne a est di Scutari, che costeggiano un lago generato dalla diga di Koman, APRILE 2012 MC 29 MC ARTICOLI # Lezione di agriturismo a Fishte, nel cuore delle Alpi albanesi. © Antonio Fantasia

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