Missioni Consolata - Marzo 2012

MARZO 2012 MC 73 I valori fondanti Il movimento cooperativo si iden- tifica in sette principi fondanti: adesione libera e volontaria; con- trollo democratico da parte dei soci; partecipazione economica dei soci; autonomia e indipen- denza dei soci; educazione, for- mazione e informazione; coope- razione fra cooperative e inte- resse verso la comunità. Come questi principi vengano tradotti in entità legalmente rico- nosciute e quanto abbiano un ef- fetto concreto sul tessuto econo- mico locale dipende dalle singole legislazioni e dal contesto poli- tico ed economico di ogni paese. Secondo l' International Co-ope- rative Alliance – Ica , principale partner delle Nazioni Unite nelle iniziative del 2012 sulle coopera- tive, i sistemi giuridici e le realtà economiche di molti paesi, spe- cialmente nel Sud, non sono adeguati a recepire i principi cooperativi e a creare un am- biente favorevole per lo sviluppo dell'impresa sociale. «Gli opera- tori economici - spiega il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus nel suo libro Un mondo senza povertà - non ne ricono- scono l'esistenza né assegnano loro un posto nel mercato; le considerano delle stramberie e le tengono ai margini». Uno dei punti su cui con più forza batterà la campagna delle Nazioni Unite sarà dunque proprio quello di fornire alle imprese cooperative, e ai gruppi che aspirano a costi- tuirsi come tali, consulenza e Questa la definizione generale, che cattura quello che si po- trebbe definire lo spirito di coo- perativa. La realtà, tuttavia, ap- pare estremamente più variegata e sotto la stessa etichetta rica- dono tipi di impresa che vanno da piccole realtà di autofinanzia- mento e sussistenza a colossi economici con giri d'affari milio- nari. La più grande del mondo è una cooperativa di consumatori, l'inglese The Co-operative Group Ltd : conta sei milioni di membri, dà lavoro a oltre centomila per- sone, agisce nel mercato alimen- tare e farmaceutico, nella forni- tura di servizi bancari e legali, nella gestione di imprese di pompe funebri, agenzie di viag- gio, concessionarie di auto e ne- gozi di elettronica, per un fattu- rato annuo di oltre tredici mi- liardi di sterline. Ovviamente, il primo tipo di coo- perativa, quello di piccole dimen- sioni, è quello che più di fre- quente si incontra e si promuove nelle iniziative di cooperazione allo sviluppo. Nel Sud del mondo, le cooperative sono uno stru- mento attraverso il quale si dà forma all'esigenza di una comu- nità di organizzarsi per garantirsi il sostentamento e l'indipen- denza economica. informazioni per accrescere il proprio ruolo nelle economie lo- cali. I risultati di una maggior aper- tura al modello cooperativo in al- cuni paesi sono, d'altronde, piut- tosto confortanti: secondo i dati del Fondo internazionale delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo (Ifad), in Brasile più di un terzo del Pil derivante dall'a- gricoltura (pari al 5% di quello totale) è stato prodotto da im- prese cooperative, che hanno ot- tenuto dall'esportazione di pro- dotti agricoli per 3,6 miliardi di dollari. Mentre in Kenya circa venti milioni di persone traggono le loro fonti di sussistenza dal movimento cooperativo o dal suo indotto, che genera quasi metà del prodotto interno lordo e con- trolla il 70% del mercato del caffè e quasi tutto quello del co- tone. In Costa d'Avorio le coope- rative hanno investito complessi- vamente ventisei milioni di dol- lari per costruire scuole, strade e cliniche per la salute materna e infantile. Non solo. Secondo uno studio dell'Organizzazione internazio- nale del lavoro (Ilo), le coopera- tive dimostrerebbero una mag- giore capacità di resistenza in tempi di crisi, poiché dipendono dal capitale dei membri e non da quello prestato dalle banche. I dati statistici, prosegue lo studio, indicano che le cooperative hanno un tasso di sopravvivenza più alto rispetto a quello dei loro competitors e sono mediamente più longeve delle altre imprese. Infine, la promozione del movi- mento cooperativo in contesti come l'Africa orientale e meri- dionale è una delle esigenze emerse durante il forum degli agricoltori che si è tenuto al quartier generale dell'Ifad a Roma nel febbraio 2010, poiché solo mediante forme aggregative come quella delle cooperative agricole sarebbe possibile au- mentare l'autonomia, l'accesso al mercato e il potere decisionale dei contadini all'interno dell'eco- nomia dei propri paesi. MC RUBRICHE # Pagina a fianco : donna di cooperativa di produttrici di latte di Mpal, Senegal. # Sopra : cassa di risparmio e credito Mec Delta, Ronkh, Senegal. © Marco Bello

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