Missioni Consolata - Marzo 2012

GLI ASILI DI PADRE DIAZ Partiamo alla volta degli asili e ci immergiamo nel bush . Chilome- tri di terra battuta in un paesag- gio che sembra abbandonato quando di colpo spunta un asilo. Ne vedrò diversi. La struttura è simile per tutti: funzionali, colo- rati, ben tenuti e accoglienti. I bambini sono visibilmente pro- vati dalla fame, ma menomale che almeno qui riescono a man- giare. Padre Saverio mi fa vedere anche una scuola primaria go- vernativa. «Dicono che hanno speso 6 mi- lioni di scellini per fare i gabi- netti. Con quella somma io ci faccio una scuola di mattoni e cemento» precisa il missionario. Arriviamo all’ora dell’ uju . Una fila lunghissima di ragazzi aspetta il proprio turno con la tazza in mano per prendere la razione che gli spetta. Sono dav- vero tanti. La scuola è semplice, ma piccola per quella moltitu- dine di ragazzi. Accanto ad alcuni lotti di terreno padre Saverio mi mostra le aule che sta costruendo proprio per- ché la scuola è piccola. Andremo a vedere anche un’altra scuola in costruzione finanziata dal S.O.S. di Padova che oltre a finanziare circa 70 borse di studio per ra- gazzi, sta aiutando nelle costru- zioni. Conoscerò un missionario davvero capace di amministrare alla grande quei soldi che per una zona simile sono sempre troppo pochi. Torniamo alla sede della mis- sione prima che i bambini dell’a- silo parrocchiale vadano a casa. Scendo dal fuoristrada che sono letteralmente assaltata da un centinaio di bambini bellissimi che mi vengono incontro, ab- bracciandomi e prendendomi la mano. Si vede che sono abituati a vedere i volontari. Per niente spaventati come i bambini dei villaggi, iniziano a cantare, a sa- lutarmi in italiano e in inglese. La scuola è ben tenuta, le mae- stre sono accoglienti e capaci. Disegni di animali e di fiori av- volgono le pareti esterne e in- terne della scuola. C’è davvero poca differenza con i nostri asili. Nella missione c’è anche un di- spensario costruito e tuttora so- stenuto dalla famiglia di Vittorio Bosco di Torino. Il dispensario è gestito dalle suore. È poco fre- quentato in questo tempo. Una suora mi spiega che tra le ma- lattie maggiormente diffuse ci sono la malaria, infezioni intesti- nali e infezioni alla pelle dovute alla mancanza di acqua e di igiene. L’aids poi è ormai estre- mamente diffusa anche qui. In- fatti hanno delle stanze apposite per la prevenzione, analisi e te- rapia dell’aids. Torniamo nella casa parroc- chiale e continuiamo a parlare, mentre aspettiamo che torni pa- dre Steven da scuola per far pranzo. TANZANIA # Facciata esterna della nuova chiesa di Heka, dedicata allo Spirito Santo. # Fila di alunni e distribuzione del cibo in una scuola della missione di Heka.

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