Missioni Consolata - Marzo 2012

EGITTO CRONOLOGIA DI UNA RIVOLUZIONE IL MONDO (ARABO) IN UNA PIAZZA I nizia il 25 gennaio del 2011 ed è ancora in corso. Le sue caratteristiche sono la «resistenza civile», preva- lentemente non-violenta (con alcuni scontri violenti), la disobbedienza civile, gli scioperi, le manifestazioni e i cortei di piazza, la partecipazione di milioni di cittadini di differenti orientamenti politici, sociali e religiosi acco- munati dalla volontà di far cadere il regime dispotico e trentennale di Hosni Mubarak, e, attualmente, quello mi- litare che l’ha sostituito, l’uso dei social-network, soprat- tutto da parte dei giovani delle classi medie e degli stu- denti. La rivolta egiziana scoppia in varie città - tra cui il Cairo e Alessandria - subito dopo quella tunisina, scatenata nel dicembre del 2010 sull’onda emotiva provocata dall’«auto-immolazione» di un giovane ambulante, Mohamed Bouazizi, che si era dato fuoco per protestare contro le umiliazioni subite, e che porta alla fuga del pre- sidente Zine el-Abidine Ben Ali, e alla fine della sua dit- tatura. Il governo del Cairo usa la linea dura, repri- mendo in modo violento la rivolta, ma senza successo, nonostante i morti e i feriti provocati. Venerdì 28 gennaio, i partiti di opposizione, tra cui i Fra- telli Musulmani, invitano la popolazione a unirsi alle ma- nifestazioni, dopo la preghiera comunitaria: è un’altra «giornata della rabbia». Mubarak rivolge un discorso alla popolazione, promettendo riforme e la formazione di un nuovo governo, ma scoppiano altri scontri tra soste- nitori del dittatore e oppositori: il bilancio dei feriti e dei morti è pesante. Le prigioni vengono aperte e date alle fiamme: i prigio- nieri fuggono; la polizia e il suo corpo di élite, la Central Security Forces , adibita a ruoli di repressione nei casi di rivolte o «instabilità» e a imporre le leggi di emergenza, vengono sostituite da truppe militari vere e proprie. Mubarak scioglie parlamento e governo, e nomina come vice-presidente un personaggio molto discusso: il capo dell’ Intelligence , Omar Suleiman, un militare accusato dalla popolazione di torture e altri crimini. Come primo ministro, sceglie Ahmed Shafiq, ex capo dell’aviazione militare egiziana. Tra le figure dell’opposizione che ritornano in auge in questo periodo c’è Mohammad El-Baradei, ex capo del- l’Aiea, Agenzia internazionale per l'energia atomica. Egli riveste il ruolo di «mediatore» nella crisi in corso, in vi- sta di un governo di unità nazionale di transizione. Il regime da sfoggio di forza, riempiendo le strade e le piazze di militari, ma i rivoluzionari sfidano coprifuoco e apparati repressivi. L'esercito inizia a rifiutarsi di spa- rare alla folla. Il primo febbraio, il presidente-dittatore si rivolge nuo- vamente al popolo, parlando di riforme e concessioni, e afferma di non volersi ricandidare alle elezioni di set- tembre e di voler rimanere in carica solo per garantire una «transizione». Il giorno successivo verrà ricordato come la giornata della «Battaglia del cammello»: sostenitori di Mubarak, a dorso di cammelli e cavalli, entrano in piazza Tahrir e affrontano i rivoluzionari anti-regime. È lo scontro tra i due schieramenti, che si affrontano con spade e bastoni. Anche cronisti e reporter sono presi di mira.

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