Missioni Consolata - Marzo 2012

tanza, occorre celebrare. P. Tal- lone, lavagna alle spalle, predica, guida, celebra. La preghiera dei fedeli è spontanea, piccoli e grandi vi partecipano. La pre- ghiera di una donna tocca il cuore di tutti. Prega per la pace: una preghiera intensa, appassio- nata, fiduciosa, quasi un pianto sommesso rivolto a Dio. C'è den- tro tutto il dramma vissuto dalla comunità: il dolore delle donne, le lacrime dei bambini, la fru- strazione degli uomini impossibi- litati a proteggere le proprie fa- miglie. Invitano anche me a par- lare. Condivido il mio dolore e aggiungo che forse ho capito perché i missionari della Conso- lata sono stati quasi forzati ad accettare Camp Garba: la Ma- donna Consolata li ha mandati per essere presenza di «consola- zione» in questi tempi difficili. La partecipazione a questa umile celebrazione mi riempie di spe- ranza. La tristezza della sera è svanita. La forza, la fede, la sem- plicità di questa gente umile è contagiosa. «Il Signore davvero abbassa i potenti ed innalza gli umili!». COSA C'È SOTTO? Ma i problemi restano. È vero che le comunità pastoraliste (come i Samburu, i Borana, i Turkana e anche i Somali) hanno sempre vissuto situazioni di con- flittualità per il controllo delle ri- sorse, dei pascoli e dell'acqua. La razzia ai danni delle altre tribù era una pratica normale, da celebrare nelle feste con danze, poemi e canti. Un tempo, prima della colonizzazione inglese, i grandi spazi attorno a Isiolo erano terra di nessuno in cui pa- scolavano anche i Maasai e che i Somali consideravano esten- sione naturale della loro terra. All'inizio degli anni Ottanta que- gli spazi immensi sono stati pian piano occupati da migliaia di Turkana fuggiti in diverse ondate da zone lontane ad alta conflit- tualità. In quella pacifica inva- sione di disperati, c'è stata una tacita divisione del territorio: i Turkana si sono stabiliti a ovest della strada, i Somali e Borana sono rimasti soprattutto nella parte est, con ampi spazi di mo- MARZO 2012 MC 11 MC ARTICOLI

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