Missioni Consolata - Dicembre 2011

UNA DISPUTA INFINITA. VENT’ANNI DI CONTROVERSIE NORD-SUD Intanto, nel maggio 2008, superata l’indifferenza della comunità inter- nazionale, il tema della biopirate- ria è stato ufficialmente affrontato a Bonn, proprio alla IX Conferenza della Convenzione sulla biodiver- sità dell’ONU , come una delle più pericolose dispute ambientali su cui fare chiarezza. E i casi da cui avviare una riflessione globale e responsabile di certo non manca- vano. Un precedente famoso è stato il caso dell’albero del neem ( Azadi- rachta indica ) le cui proprietà me- diche (soprattutto antifungine) erano riconosciute da millenni in India. Una ditta farmaceutica agroalimentare statunitense, la W. R. Grace, insieme al governo ame- ricano ha ottenuto un brevetto sulla tecnica di estrazione, limi- tando così gli usi futuri di questo albero sacro. Dopo dieci anni di battaglie legali il brevetto numero 436257e , in un primo tempo accet- tato, fu revocato. In risposta al ri- schio di biopirateria, l’India ha ini- ziato così a tradurre e pubblicare in forma elettronica gli antichi manoscritti che descrivono i ri- biologica (Acb), con la collabora- zione di due associazioni non go- vernative tedesche e una sviz- zera. I brevetti contestati riguar- dano il metodo d’estrazione del principio attivo dei fiori e il diritto esclusivo di utilizzare il medica- mento per trattare l’Aids. Gli estratti delle radici di pelargo- nium sidoides e di pelargonium reniforme sono infatti usati da millenni nella medicina tradizio- nale, nonché scambiati libera- mente tra le popolazioni Zulu, Basuto e Xhosa per curare le in- fezioni respiratorie e altre ma- lattie, tra cui anche la tuberco- losi. Le proprietà di questi gerani sono conosciute in Occidente da un centinaio di anni; ma dal 2007, la Schwabe ha brevettato e messo in commercio in Svizzera e in Germania uno sciroppo chiamato Umckaloabo (nome zulu del geranio) per il tratta- mento delle affezioni respirato- rie, introitando circa 30 milioni di euro. Mariam Mayat, direttrice del- l’Acb, ha detto che l’utilizzo indu- striale di queste radici rappre- senta una chiara violazione della Convenzione per la salvaguardia della biodiversità : «Non solo hanno usato la conoscenza tra- dizionale zulu senza aver chiesto il loro consenso - ha precisato Mayat - ma senza neanche farli partecipare ai profitti: è evidente biopirateria». medi tradizionali indiani. I testi, tradotti dal sanscrito, urdu, per- siano ed arabo, saranno resi di- sponibili agli uffici brevetti in va- rie lingue. Lo scopo è proteg- gere, in corposi records biblio- grafici digitali, gran parte del pa- trimonio locale dalle rapaci com- pagnie occidentali. Il progetto è stato criticato aspramente da Mark Grayson, portavoce della Pharmaceutical Researchers and Manufacturers of America , che ha definito il progetto gover- nativo di Nuova Delhi come «una soluzione forzata alla ricerca di un problema inesistente». Ma a quindici anni di distanza, oggi come allora, l’esigenza è di non ignorare le diverse forme di neo- colonialismo ambientale e di im- pedire che col pretesto della sperimentazione scientifica si realizzino appropriazioni inde- bite e monopoli a vantaggio di pochi. Massimo Ruggero MC RUBRICHE

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