Missioni Consolata - Dicembre 2011

92 MC DICEMBRE 2011 che i cittadini del Nord: basti pensare ormai a quanto incide il costo dei farmaci brevettati sulla sanità pubblica occidentale. Inoltre, secondo quanto reso noto dall’organizzazione interna- zionale No Patents on seeds , l’Ufficio europeo dei brevetti ( Ueb ) ha brevettato ben 200 spe- cie vegetali nel solo 2010! Men- tre dal ’99 ad oggi sono state ap- pena 1500 le specie registrate. L’organizzazione sottolinea come l’Ueb stia pericolosamente con- cedendo brevetti non solo sulle colture Ogm, ma anche su quelle convenzionali, il che non è con- templato né ammesso dalla nor- mativa comunitaria. IL BREVETTO: IL VERO PERICOLO DELLA BIOPIRATERIA È ormai noto che le industrie farmaceutiche fanno abitual- mente tesoro delle informazioni che i guaritori locali si traman- dano da millenni, guadagnando così un accesso diretto ad un ba- gaglio smisurato di informazioni e pratiche che generalmente non sono né regolamentate né ordinate da un corpo di fonti scritte. Questa prassi orienta ogni nuova ricerca scientifica e commerciale con grande rispar- mio di tempo e di denaro. Con i progressi delle tecnologie mo- derne, infatti, è assai più facile partire da un estratto naturale, isolarne i principi attivi, per poi produrre il composto farmaceu- tico che creare un medicinale partendo da zero. Il processo potrebbe essere di beneficio a tutti se non ci fossero due fattori molto negativi: la poca o nessuna ricaduta econo- mica sui popoli indigeni e appro- priazione indebita ed esclusiva del prodotto grazie al sistema dei brevetti. In pratica le popola- zioni indigene ricevono compensi ridicoli e si ritrovano nella condi- zione di essere espropriati della loro stessa conoscenza: per usare quello che è loro devono pagare altri, gli stessi che li hanno derubati. Il tutto in nome del copyright intellettuale (ga- rantito da agenzie ad hoc , create e finanziate dalle grandi lobby industriali) che permette di re- clamare un diritto esclusivo an- che su una risorsa che di fatto esiste già in natura! I PROTAGONISTI DEL BUSINESS E DELLA RICERCA Eludere le normative che impe- discono questo meccanismo fraudolento non è impresa diffi- cile per i professionisti del pro- fitto: nella maggior parte dei casi, non sono le grandi case far- maceutiche a lavorare diretta- mente con i villaggi e i guaritori locali, quanto piuttosto enti e soggetti intermediari, soprat- tutto istituti di ricerca locali e università, ai quali conferiscono l’incarico di trattare e gestire il business miliardario. Numerose multinazionali, tra cui la Merck & Co. , hanno affidato negli ultimi anni la sperimentazione di ben 10mila campioni vegetali in Co- starica, all’ Instituto Nacional de la Biodiversidad di San José. Per il colosso del New Jersey si tratta di un contratto da oltre un milione di dollari, ma nelle com- plesse dinamiche che discipli- nano la produzione e il lancio di ogni nuovo medicinale sul mer- cato, l’intermediazione consen- tirà alla company statunitense un risparmio davvero ragguar- devole, visto che, normalmente, la fase di ricerca e di test farma- cologico di ogni singolo prepa- rato costa almeno 3milioni di dollari. IL CASO SUDAFRICANO Il casus belli sul quale ci soffer- miamo stavolta è legato alle de- nunce di appropriazione indebita di copyright inoltrate nei con- fronti del colosso farmaceutico tedesco Willmar Schwabe, reo di aver brevettato l’uso del Pelar- gonium sidoides , utilizzato da sempre dall’etnomedicina delle popolazioni aborigene del Le- sotho e del Sudafrica. È stata proprio la comunità sudafricana della cittadina di Alice (non lon- tano da Port Elizabeth) che ha contestato all’industria farma- ceutica di Karlsruhe (Germania) i brevetti relativi all’utilizzo di due specie indigene di gerani ascritti tra l’altro fra le specie protette e in via di estinzione. La controversia è stata presentata all’Ufficio europeo dei brevetti di Monaco di Baviera dalla comu- nità della città sudafricana e dal Centro africano per la sicurezza SGUARDI GLOBALI # Campionario di biopirateria. Sopra: il Pelargonium sidoides del Sudafrica, di cui si parla nell’articolo. Pagina 90: Hoodia gordonii , un cactus del Kalahari. Il gene della pianta, ribattezzata P-57 dal Council for Scientific and Industrial Research , in Sudafrica, nel 2000 è brevettato dalla Phytopharm , piccola azienda farmaceutica inglese che per 21 milioni di dollari cede alla Pfizer la licenza esclusiva di utilizzo. Pagina 90 : la Vinca Rosea , pianta del Madagascar dalla quale la Eli Lilly & Co . di Indianapolis ha tratto due farmaci di successo: la Vincrastina e la Vinblastina . Pagina accanto : pianta di neem ( Azadirachta indica ); il neem è stato al centro di una lunga battaglia legale ( vedi l’ultima parte dell’articolo ).

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