Missioni Consolata - Dicembre 2011

lato all’ordine dei Frati minori cappuccini. Prete dal 1967, ve- scovo dal 1981, dal 1991 mons. Alcimar è responsabile della dio- cesi dell’Alto Solimões, regione dello stato di Amazonas. Nato a Benjamin Constant, poco distante da Tabatinga, i genitori erano seringueiros , raccoglitori di lattice di seringueira , l’albero della gomma naturale (il cosid- detto caucciù). «Fino a 12 anni - ricorda il prelato - anch’io ero un tagliatore di gomma. Poi andai a Manaus ad accompagnare un missionario e lì rimasi per 13 anni, studiando da cappuccino». Come figlio di questa terra, mons. Alcimar conosce molto bene l’Amazzonia ed i suoi pro- blemi. T abatinga. «Ho imparato l’i- taliano a Perugia negli anni Sessanta. Studiavo teologia e non la grammatica ita- liana, ma grazie alle parolacce e ai calci tra ragazzi qualcosa della vostra lingua ho imparato. Ho an- che studiato giornalismo all’”Uni- versità Pro Deo”, sulla Nomen- tana, negli anni della rivolta stu- dentesca e delle sassate. A parte tutto, furono esperienze e tempi molto interessanti». Alto e magro, viso affilato, occhi curiosi, baffetti e barbetta bianca, mons. Evangelista Alcimar Cal- das Magalhães parla con voce pacata. Sulla parete alle sue spalle è appeso il calendario 2011 di Frate indovino , elemento che ricorda l’appartenenza del pre- TABATINGA, CROCEVIA DI CULTURE E DI PROBLEMI Monsignore, cosa significa vi- vere in una città come questa? «Tabatinga è un territorio d’in- contro tra etnie, culture, lingue. È un luogo che mostra la varietà della razza umana, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti. È l’incontro di almeno 30 etnie indigene e di tre Stati (Perú, Colombia e Bra- sile). Ogni 6 mesi i soldati dei tre paesi si danno il cambio su que- sto confine. È un territorio dove si può vedere concretizzato lo sforzo della convivenza, della sopportazione vicendevole, della ricerca della pace e del rispetto reciproco. Essendo distanti da Manaus, da Bogotà e da Lima, DICEMBRE 2011 MC 69 TESTO E FOTO DI PAOLO MOIOLA AMAZZONIA ERANO TAGLIATORI DI CAUCCIÙ Tra sbagli della politica e prepotenza del mercato, in Amazzonia siamo arrivati «ai limiti». Tuttavia, i suoi abitanti - siano indigeni o «bianchi» - vanno aiutati. Altrimenti al posto dello Stato ci sarà soltanto il narcotraffico. Così la pensa mons. Alcimar, responsabile della diocesi dell’Alto Solimões. La sua è la prima delle due interviste con cui si completa il nostro «Diario dal Rio Amazonas». # Tabatinga: mons. Evangelista Alcimar Caldas Magalhães, vescovo dell’Alto Solimões. DIARIO DAL RIO AMAZONAS

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