Missioni Consolata - Dicembre 2011

DAI LETTORI Cari mission@ri DICEMBRE 2011 MC 5 per Cumanà, dove era ri- coverato Gaetano) sia al ritorno a Caracas. L’assi- stenza a Gaetano nei giorni precedenti il viag- gio di ritorno, le pratiche con il Consolato per il rin- novo del passaporto, l’ot- tenimento dell’assistenza al volo si sono concretiz- zate in tempi molto rapidi grazie all’aiuto generoso ed efficace dei padri della Consolata. Con grande affetto e riconoscenza ringraziamo anche a no- me di tutta la nostra fa- miglia i padri che con e- strema semplicità ci han- no offerto il grande dono della loro amicizia. Luigi Veronesi e Piero Bredi Milano, 29/09/2011 20 GIORNI IN THAILANDIA Buon giorno, sono d’ac- cordo con il vostro corri- spondente da Bangkok Stefano Vecchia. Ho potu- to constatare con i miei occhi durante il mio sog- giorno per vacanza a Bangkok e Koh Tao l’e- strema povertà e infeli- cità della popolazione. Frequentando la stazione dei treni ho potuto vedere dei poveretti che giaceva- no lungo il corso dei bina- ri come i nostri senzatet- to, ma molto malridotti, e bimbi che vivevano per strada soli senza fami- glia. Al mercatino veniva- no vendute persino le dentiere usate e rientran- do da una visita ad un’al- tra città alle quattro del mattino ho notato che la gente che vive nei tuguri della periferia di Bangkok dove passa il treno, lavora giorno e notte per cucina- re quello che altri vendo- no lungo le vie della città, DOSSIER NYERERE Ciao, padre Francesco, ho letto con vero piacere il tuo dossier su «Nyerere santo» ( MC 10/2011 ). Congratulazioni! Ti ho in- vidiato quando ho letto che Nyerere si è fermato sulla strada per parlare con te. Io l’ho incontrato tante volte a Iringa e a Dar Es Salaam, ma non ho mai avuto la fortuna di parlargli a tu per tu. Il giorno che gli sono stato assieme più a lungo è stato quando ha parteci- pato a Ubungo alla con- sacrazione della chiesa parrocchiale. Temo che non lo faranno santo per via della guerra contro l’Uganda e che l’Uganda non gli perdona. Mi ha un po’ stupito che non abbia parlato della sua conferenza alle Suore di Mariknoll, radunate per gli esercizi spirituali, quando fu in America per la prima volta. Era una conferenza illuminante e da lì è partito il motto: il missionario deve «lavora- re con», non «lavorare per». Un altro discorso il- luminante è stato quello fatto all’università di Makerere (Uganda), che dopo l’indipendenza gli a- veva offerto la laurea ho- noris causa . Le parole che mi hanno colpito sono pressappoco queste: «Mi hanno condannato a sei mesi di prigione per il li- bello che ho scritto contro un ufficiale inglese, oppu- re a 5 mila dollari di mul- ta. Avrei potuto scegliere i sei mesi di prigione (nelle prigioni inglesi non si sta- va male) e diventare eroe, col rischio di far sorgere venti di guerra. Ho prefe- rito l’umiliazione di paga- re la multa». In preparazione all’indi- pendenza, in un incontro con il comitato che doveva stabilire le condizioni per la nazionalità del Tanza- nia, si è decisamente op- posto a che l’ africanità (o altro del genere) divenis- se un requisito essenzia- le. Se non si fosse accet- tato di definire importan- te solo la lealtà al paese (il ministro delle finanze era un indiano), si sareb- be ritirato dalla politica. Auguri a tutti che possia- te fare tanto bene. p. Giulio Belotti Alpignano (TO) Carissimo padre Giulio, grazie delle informazioni preziose. Grazie anche dei rilievi critici, che con- divido. Non ho accennato al celebre discorso alle Suore di Mariknoll per mancanza di spazio. Ave- vo scritto anche un inser- to sul «Tanzania oggi», ma non è stato pubblicato (penso) proprio perché lo spazio è tiranno in una ri- vista. Grazie, infine, del- l’augurio di fare tanto be- ne. Io mi accontenterei di farne solo un po’. p. Francesco Bernardi Bunju, Tanzania, 4/10/2011 È vero, lo spazio è tiran- no, e ci dicono anche che mettiamo sempre troppo testo! Lo scritto di p. Francesco su «Tanzania oggi» è solo rimandato. Apparirà presto. RETTIFICA Abbiamo anche ricevuto diverse telefonate e let- tere a proposito della confusione fatta tra mons. Marinangeli e mons. Beltramino (am- bedue Attilio ) nell’ultima foto del medesimo dos- sier. La signora Elena Bottoni, affezionata let- trice della rivista e proni- pote di mons. Beltrami- no, scrive: «Alla pagina 50, c’è la fo- to del vescovo nel giorno della cresima del figlio di Nyerere. Vi voglio solo correggere, perché il vi- cario apostolico di Iringa lì raffigurato è mons. Atti- lio Beltramino e non Ma- rinangeli come voi asseri- te. Visto che nella vostra edizione mensile non lo ricordate mai(!); almeno per una volta dategli il giusto nome, anzi cogno- me». Chiediamo ancora scusa dell’errore! Quando mons. Beltramino è mor- to a Tosamaganga, il 3 ot- tobre 1965, questo diret- tore aveva fatto solo il suo primo anno di semi- nario tra i missionari del- la Consolata! (Non è un granché come scusa, lo so...) GRAZIE Ci siamo trovati improvvi- samente, a inizio settem- bre, nella necessità di re- carci in Venezuela per rimpatriare il fratello/co- gnato Gaetano, residente nel paese da oltre 35 an- ni, colpito da infarto cere- brale. Siamo partiti senza conoscere esattamente le condizioni di salute di Gaetano. Non conoscia- mo lo spagnolo, per que- sto abbiamo cercato un appoggio in grado di aiu- tarci sia nella logistica che nel risolvere le nu- merose pratiche neces- sarie per il rientro in Italia di Gaetano. Questo aiuto l’abbiamo trovato nella missione della Consolata di Caracas. Il superiore, p. Lisandro insieme ai pp. Andrea e Vilson ci hanno accolto con grandissima attenzione e disponibilità sia al nostro arrivo (noi poi abbiamo proseguito

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=