Missioni Consolata - Dicembre 2011

36 MC DICEMBRE 2011 OSSIER tino presto quando era ancora buio e si chiamarono Njiru (neri); i secondi attraversarono all’alba e si chiamarono Ntune (rossi); gli ultimi attraversarono in pieno giorno e si chiamarono Njaru (bianchi). Dopo un lungo peregrinare arrivarono ai piedi della grande montagna sacra dalla quale scaturiva acqua buona e abbondante. E da quel giorno il popolo Meru abita nella terra che Dio gli ha donato, ancora fedele agli insegnamenti di quelli che hanno continuato l’e- redità del “grande Mogwe”». SOLO LEGGENDA? A corroborare questa leggenda vi è (meglio dire “c’era una volta”, visto che parliamo di oltre 50 anni fa) una curiosa usanza che io stesso ho osservato nel lontano 1965. Quando un anziano starnutiva, pronunciava con forza una di queste espressioni: «Antu ba ntune», «antu ba njaru», «antu ba njiru». Con questo voleva dire: «Sono del gruppo che è passato attraverso l’ac- qua verso l’alba» ( ntune = rosso, riferito al colore del tramonto), oppure «sono del gruppo passato durante la notte» ( njiru = nero) o ancora «sono del gruppo passato al chiaro del mattino» ( njaru = lucente, bianco). E così ricordava agli astanti la propria pro- venienza e il gruppo clanico da cui derivava. Inoltre è interessante ricordare che all’inizio del secolo scorso, alcuni maestri protestanti tentarono di met- tere insieme una specie di ‘dramma teatrale’ in cui ricordare le origini del loro popolo, ma la cosa non fu per niente gradita agli anziani i quali anzi ne impo- sero l’abolizione, timorosi che la storia potesse arri- vare agli orecchi della nuova autorità coloniale in- glese e la spingesse a ricacciare i Meru verso il luogo da cui erano giunti, «al di là della grande acqua». Secondo gli studi più recenti questa «grande acqua» potrebbe essere il fiume Tana che scende dal Monte Kenya e verso la foce ha vaste paludi stagionali dove cresce abbondante il papiro. In queste paludi trova- rono rifugio gli antichi Meru che erano fuggiti dall’i- sola di Mbwaa (o Mbwa - all’italiana Mbua - forse l’i- sola di Manda, nell’arcipelago di cui fa parte l’isola di Lamu) attorno al 1722. In quest’isola gli antenati dei Meru erano stati resi schiavi da «uomini (dai vestiti) rossi», probabilmente schiavisti arabi provenienti dall’Oman o dallo Yemen che proprio in quei tempi (1698) avevano completamente cacciato i portoghesi da Mombasa. Seguendo il fiume alcune bande di Meru arrivarono alle pendici del Monte Kenya e ne occuparono progressivamente i pendii cacciando gruppi preesistenti. Entro la metà del XVIII secolo, i vari gruppi Meru si erano stabiliti attorno al monte, nonostante un continuo guerreggiare con i pastori Maasai (cf. Fadiman, Jeffrey A., When we began, there were withmen: an oral history from Mount Kenya. Berkeley: University of California Press, 1993). Il racconto sopra riferito ha subito evidenti in- fluenze ebraico-cristiane di non facile spiegazione.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=