Missioni Consolata - Dicembre 2011

MC ARTICOLI I l nuovo rapporto Caritas - fondazione Zancan sulla povertà in Italia è stato presentato a Roma il 17 otto- bre scorso, giornata mondiale di lotta contro la po- vertà. «Il titolo - Poveri di diritti - è fortemente evoca- tivo», scrivono i curatori. «Un titolo che nasce da una semplice, ma scontata considerazione: alle persone che vivono in condizioni di povertà si pensa solo in termini di insufficienti risorse economiche, ignorando che esiste tutta una serie di altre privazioni che peggiorano lo stato di precarietà e ne impediscono il superamento. Il diritto alla casa, al lavoro, alla famiglia, all’alimentazione, alla salute, all’educazione, alla giustizia - pur tutelati dalla Costituzione italiana - sono i primi a essere messi in di- scussione e negati». E i risultati del rapporto lo dimo- strano. I poveri nel nostro paese sono in aumento: nel 2010 otto milioni e 272 mila persone, ovvero il 13,8% della popolazione contro i 7,810 milioni dell’anno precedente. Ma ancor più eclatante è che le «persone impoverite», in caduta verso condizioni sempre peggiori arrivano al 25% degli italiani. Rispetto al panorama europeo siamo i peggiori: sono a rischio povertà o esclusione sociale il 24,7% degli italiani, contro il 21,2% dell’area Euro e il 23,1% dei paesi dell’Ue. L’ occupazione è diminuita in un anno di 153mila unità, mentre la disoccupazione di lungo periodo è in aumento. Il primo dei diritti negati è quello alla famiglia: «La po- vertà colpisce con particolare violenza le famiglie nume- rose, con più di due figli. Senza un adeguato sostegno, le famiglie non saranno incentivate a fare figli e le riper- cussioni a livello demografico saranno pesanti». In que- sto senso l’ottusità dell’attuale governo è palese: il Fondo per le politiche della famiglia è stato decrementato da 185,3 milioni nel 2010 ai 31,4 milioni previsti nel 2013. In contro tendenza con diversi altri governi europei. Diritto al lavoro: in Italia sono il 56,9% i cittadini tra i 15 e i 64 anni con lavoro regolarmente retribuito. Una per- centuale tra le più basse dell’Occidente. Parlando poi di giovani si scopre che l’occupazione è scesa dell’8% nel 2009 e del 5,3% nel 2010 con un tasso di disoccupazione che ha toccato il 27,8%. Mentre solo il 47% delle donne ha un lavoro (60% in Francia) e guadagna il 16,8% in meno di un uomo di pari livello. Ma il rapporto punta anche il dito sui «soldi spesi male». I dati evidenziano che gli enti locali continuano a inve- stire tante risorse assistenzialistiche nel contrasto della povertà, ma con scarsi risultati. C’è una prevalenza della logica di emergenza, per la quale si preferisce erogare contributi piuttosto che attivare servizi. Sottolineano i curatori del rapporto: «Questo modo di rispondere alla povertà non incentiva l’uscita dal disagio ma, anzi ri- schia di rendere cronico il problema». La maggior parte della spesa pro capite per combattere la povertà è riser- vata a contributi economici una tantum a integrazione del reddito familiare. Nel rapporto viene chiesto un «cambiamento di rotta»: «La prima strada da percorrere è quella di incrementare il rendimento della spesa sociale. La seconda è di recu- perare i crediti di solidarietà destinandoli in via priorita- ria a occupazione di welfare a servizio dei poveri». Ov- vero creare servizi per i poveri dando lavoro ad altri po- tenzialmente poveri. Si ipotizzano alcune centinaia di migliaia di impieghi. I l divario resta elevato tra le regioni italiane: quelle che spendono di più (Nord) investono fino a 9 volte ri- spetto a quelle che spendono di meno (Sud). Molto interessanti sono i dati provenienti dai 195 centri di ascolto Caritas. Il numero complessivo delle persone ascoltate è aumentato, negli ultimi 4 anni, di quasi il 20%. Aumentano gli italiani che si rivolgono ai centri di ascolto, con particolare incidenza al Sud, mentre la pre- senza di «nuovi poveri» è cresciuta del 13,8% in 4 anni. Da questi dati di «terreno» si deduce che: «Il raggio di azione della povertà economica si sta progressivamente allargando, e coinvolge un numero di persone e famiglie tradizionalmente estranee al fenomeno». Gli operatori della Caritas notano che «La crisi ha prodotto un note- vole incremento di fenomeni di sottoccupazione e lavoro nero, aggravando una serie di aspetti negativi della fles- sibilità del lavoro». Anche l’emergenza abitativa, contrapposta al diritto alla casa, è in aumento. Un problema aggravato dalla scar- sità di risposte di governo e amministrazioni locali. I problemi abitativi sono aumentati del 23,6% negli ultimi 4 anni. Molti più giovani si rivolgono oggi ai centri di ascolto Ca- ritas, mentre una nuova povertà tra gli immigrati, anche di lunga data, si è fatta strada. In particolare i nuclei fa- migliari che si erano ricongiunti e che ora non riescono a soddisfare le spese in forte aumento, devono ripensare al loro progetto migratorio. Le risposte ecclesiali a questa devastante tendenza sono molteplici. Da quelle più tradizionali come le mense dei poveri (al gennaio 2010 erano presenti 449 mense socio- assitenziali) agli strumenti più moderni, come microcre- dito per famiglie e imprese, botteghe solidali, carte ma- gnetiche di spesa, progetti di «consulenza casa», ai fondi diocesani di emergenza. Le nuove iniziative, nell’ultimo anno sono aumentate del 39,6%. a cura di Marco Bello Caritas Italiana, Fondazione Zancan, «Poveri di diritti, rapporto 2011 su povertà ed esclu- sione sociale in Italia», ed. Il Mulino, pp. 272, € 22,00 . RAPPORTO CARITAS-ZANCAN SULLA POVERTÀ SEMPRE PIÙ POVERI Circa un quarto degli italiani è in caduta libera verso la povertà. Mentre il 13,8% sono già classificati poveri. Ma il governo che fa? DICEMBRE 2011 MC 23

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